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Esso sarà tripartito (cultura, militia ed economia), ma a gestione totale e non settoriale; affermerà, nella pratica oltre che nella teoria, l'idea di Imperium.
Avrà respiro europeo, sarà sinergico e non concorrenziale nei confronti delle forze politiche e culturali esistenti. La sua articolazione è già ampiamente iniziata in diverse nazioni quali, oltre all'Italia, le Fiandre, il Belgio vallone, la Francia, la Spagna, la Grecia, l'Ungheria e si allargherà ulteriormente, anzi, per meglio dire, questo già sta accadendo in queste ore.
Riassumo telegraficamente quanto si è deciso, anche nei particolari, nel corso degli incontri a Bruxelles sul varo e sulla programmazione del nostro edificio imperiale.
Si munirà a brevissimo di una task force di veicoli di Think Tank, s'incentrerà da subito sulla vocazione alla formazione militante nell'idea di Gilda, e intanto già sta approntando una rete imprenditoriale finalizzata tra l'altro a munire le alternative politiche di un'organizzazione sociale.
Gli scopi? Rifondare un'élite in grado di divenire stato maggiore, costruire una rete di ampia vivibilità nell'autonomia, creare potere e, pertanto, consegnare alle forze politiche nazional-rivoluzionarie gli strumenti per uscire dal gossip e dallo show, sì da provare ad incidere profondamente e stabilmente sul reale e non solo sulle emozioni elettorali.

Le adesioni, i sostegni e le simpatie trovano già un riscontro significativo, specie nella qualità e nell'autorevolezza. Non mi metto a fare la lista dei nomi illustri perché non sono un piazzista e  non cerco di fare invaghire nessuno. Quella lista vi riuscirebbe da sola ma davvero non m'interessa.
L'importante è poter affermare che da questo gennaio l'impresa passa dal progetto – e dagli esperimenti pilota già effettuati – alla costruzione reale.
Ribadiamo che si tratta di qualcosa che potremmo definire come metapolitico ma anche e soprattutto come ultrapolitico, strettamente collegato con le energie più vive delle forze politiche  attive.

Non va confuso con nessun altro tentativo di cooperazione elettorale od organizzativa che si sviluppa tra questo o quel partito europeo (producendo, oltre al positivo, immancabilmente anche il limite fortissimo di un'alleanza parziale ed esclusivista che riproduce sempre frammentazione).
Non si tratta di proporre l'ennesima intesa formalmente aperta a tutti che crea solo l'ennesima lottizzazione (si pensi che le forze nazional-populiste in Europa sono divise in almeno quattro raggruppamenti concorrenziali per ragioni davvero futili).
Il nostro è un qualcos'altro che, per la sua particolare natura e per la sua mentalità non protagonista e non concorrenziale, non solo non esclude che i vari soggetti cooperino con noi, quali che siano i loro reciproci rapporti e posizionamenti, ma permette addirittura che, insieme a noi, lo facciano anche con altri partiti, con cui sono in rapporti tesi. E questo è già un fatto miracoloso ma tangibile del nostro operato.
L'ottica in cui ci muoviamo è infatti un'altra rispetto a qualsiasi mentalità corrente, né alternativa, né concorrenziale, né incompatibile perttanto con qualsiasi tentativo di addizione numerica con la quale però non si confonde. Stiamo ragionando e operando in modo originale (e originario) sicché la nostra specifica matematica sarà fondamentalmente geometria e, nell'ambito dell'aritmetica, sarà soprattutto potenza e alla fine ne usufruiranno tutti.
Chi e come potrà contribuire alla nostra impresa lo definiremo giorno dopo giorno.
Da oggi si parte. E questo, per il momento, ci basti.