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04/02/2016 | wallstreeitalia.com

 

 

Il crollo del petrolio spinge la Russia nel turboliberismo

 

 

 

Vladimir Putin corre ai ripari nel tentativo di tappare i buchi che si sono aperti nella casse dello stato dopo il crollo del  prezzo del petrolio. Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, il presidente russo sarebbe pensando a un possibile piano di privatizzazione per rimpinguare le casse del tesoro russo.
Le imprese interessate in Russia sarebbero le società petrolifere Rosneft e Bashneft, la compagnia aerea di bandiera Aeroflot, le Ferrovie di Stato russe, la Sovcomflot (cantieristica), la Alrosa (monopolista dei diamanti) e la banca Vtb. Nel complesso si tratterebbe di un piano da un trilione di rubli, circa 12 miliardi di euro, da incassare in due anni.
Putin, che ieri ha convocato al Cremlino un incontro per discutere del piano, avrebbe già messo alcuni paletti nel percorso di privatizzazione: lo stato manterrà il controllo delle aziende che ritiene strategiche e gli investitori stranieri che vogliono acquisire asset statali dovranno avere base in Russia e sottostare alla giurisdizione russa (oltre che pagare le tasse a Mosca).
L’ipotesi di privatizzare, però, sta trovando parecchie resistenze tra i manager delle società coinvolte. Il numero uno di Rosneft, Igor Secin, ha escluso dopo la riunione che lo Stato possa rinunciare al controllo della sua azienda.
Mentre un banchiere europeo attivo in Russia, citato dallo stesso Ft, si è detto scettico che in tempi brevi il presidente russo voglia davvero portare a termine la cessione di tutti e sette questi colossi, considerando realistica per ora solo la possibile messa sul mercato di Sovcomflot.