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Era stato infatti appena raggiunto l’accordo della costituzione di una Superpolizia transnazionale che verrà inizialmente affidata all’olandese De Vries e sarà dotata di pieni poteri, ben al di là dei limiti della decenza e dell’immaginabile.

E qui è necessario comprendere cosa stia realmente accadendo, senza con ciò confondere necessariamente il risultato portato a casa dall’oligarchia apolide con il disegno che sta alle spalle della mattanza spagnola, ché ha probabilmente più chiavi di lettura.

La logica è insita alla società dello spettacolo nella quale stiamo vivendo.

In questa società dello spettacolo esistono quattro elementi cardinali. I registi, ovviamente, poi i mezzi mediatici, quindi gli spettatori (che devono essere coinvolti come in “Truman Show” o nel “Grande Fratello” o ancora in “C’è posta per te”, “MCS” e via dicendo) e infine i personaggi.

Questi personaggi (ribelli, eversivi, buoni, cattivi o terroristi) a volte sono creati in laboratorio, animati ed armati dalle troupes dei registi (Cia o giù di là). Più spesso però somigliano ai protagonisti pirandelliani di “Sei personaggi in cerca d’autore”: hanno cioè la propensione naturale, magari addirittura la predestinazione, ad essere quello che sono; tuttavia non esistono fino a quando non incontrino un autore capace di offrir loro la scena.

Tutto questo insieme di ruoli consente la messa in scena del terrore che sarebbe altrimenti circoscritto e che abbisogna di tutti e quattro gli elementi per poter essere fruttuosamente rappresentato.

Un terrore che, come avevano già compreso Orwell e poi i situazionisti e, infine, il politologo svizzero Eric Werner sul finire degli anni Novanta, non solo stabilizza ma consente ad un’oligarchia evidentemente priva di un consenso reale, messa a confronto con crisi strutturali e morali, di essere mantenuta in sella per acclamazione come “il minore dei mali” e, allo stesso tempo di restringere ogni giorno di più i margini di libertà e le modalità di partecipazione popolare.

Ed è quanto accade dall’11 marzo.

Dopo le bombe di Madrid abbiamo avuto le manifestazioni di massa; dopo le manifestazioni di massa la decisione di un coordinamento antiterroristico europeo con poteri speciali travalicanti le giurisdizioni e le sovranità nazionali.

Con il potere di archiviare e utilizzare tutte le conversazioni e le comunicazioni dei diversi cittadini.

Come accade in Usa dai tempi di Carter (ma ci è voluto l’11 settembre  perché fosse accettato dalla popolazione). Questo potere – come ha già dimostrato proprio l’America l’11 settembre – non serve a sventare il terrorismo ma a catalogare i cittadini, a creare i presupposti per ogni possibile messa in scena e, soprattutto, a consolidare monopoli mercantili strettamente legati alle piccole oligarchie dominanti che usano i dati in modo piratesco nella concorrenza internazionale.

La gente però tutto questo non lo sa o non lo capisce: sicché questo primo effetto liberticida e antisovranista che è stato raggiunto a due settimane dall’attacco terroristico viene generalmente accolto come una panacea, fa  l’unanimità. Chi mai si schiererebbe, infatti, contro un potenziamento delle polizie “per stroncare il terrorismo” ? E chi non ama il rassicurante Grande Fratello ?
Fine del primo atto.