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 Anche se, a ben guardare, tra il tema concettuale al quale è stato in larga parte dedicato questo numero di aprile ed il massacro in terra ibero/europea non c’è, poi, una distanza così abissale avendo quello (il monoteismo di mercato) causato questa (la strage).
Intendiamoci: non ho alcuna intenzione di sperticarmi in ricostruzioni possibili sugli autori e i mandanti dell’ineffabile atrocità. Condivido pienamente le tesi espresse nel 1979 da Gianfranco Sanguinetti, uno dei maggiori situazionisti italiani, nel suo “Del terrorismo e dello Stato” secondo le quali ogni forma di terrorismo è oggettivamente prodotta, causata, realizzata o favorita dallo Stato. O meglio dallo Stato nello Stato.
E posso aggiungere di aver avuto sufficiente esperienza in merito per poter attestare che Sanguinetti non sbaglia.

Oligarchi criminali, prede di una visione del mondo

Dunque dietro le stragi, che siano compiute da servizi speciali, da mafie o da gruppi terroristici teleguidati, c’è sempre un mangiafuoco e questo mangiafuoco non è necessariamente l’espressione di un solo gruppo di persone: sovente è un insieme di gruppi rivali di potere che si combattono tra loro ma, innanzitutto, combattono il resto del mondo.
Una lettura fenomenologia e strutturalista porta a definire questi gruppi come “classe dominante”.
Una lettura statica e leggermente primitiva spinge a definirli invece come “cospiratori”, come “uomini del male”.
Ambo le interpretazioni sono sbagliate e giuste. Giuste perché vere, sbagliate perché mutile, la corretta chiave di lettura essendo non soltanto la somma delle due ma qualcosa di più articolato e di onnicomprensivo.
Perché è sicuramente vero che il dominio mondiale è esercitato da una classe dirigente e, in particolare, da una classe dirigente atlantica, che da tempo non si può nemmeno più confondere con la borghesia di marxiana memoria.
È altrettanto vero però che questo dominio viene mantenuto tramite una serie ininterrotta di cospirazioni criminali attuate senza scrupoli e con sorprendente malvagità.
È però non meno vero che questi cospiratori dominanti rispondono ad un’impostazione ideologica e valoriale che, ai loro occhi, addirittura li giustifica, un’impostazione che è divenuta generale e comune e fa sì che essi trovino comunque un tacito consenso nelle popolazioni occidentali.
Dunque questi criminali sono, in parte, espressione di un’idea e di una visione del mondo assai diffusa.

Quando si è merce

Non è troppo peregrino definire mercantile questa visione del mondo. Perché quando le braccia ed il lavoro si fanno merce, quando la produzione si finalizza alla merce, quando la terra e la casa divengono beni mobili e non più immobili, quando la politica altro non è se non propaganda di mercato, la concezione stessa dell’uomo si confonde con quella della merce.
La merce è, per definizione, deperibile e soggetta a usura.
L’uomo è oggi, non solo fisicamente ma soprattutto valorialmente, deperibile e soggetto a usura, come la casa (che difatti “non è più tagliata in buona pietra” come annunciava Ezra Pound), come i sentimenti, come gli organi che sono divenuti ingranaggi intercambiabili in nome di un solidarismo a dir poco malinteso.
La produzione di merci a “buon mercato”, l’ordinamento planetario secondo gerarchie economiche e culturali istituite nel nome di logiche settoriali tipicamente mafiose, contrassegnano di fatto la “civiltà delle multinazionali” ovvero il sistema internazionale imposto dopo la guerra degli anni Quaranta.
Una civiltà mercantile di certo, ma anche delinquenziale, essendo nata in America, nell’America di Chicago e di Little Italy, dominata dalle cosche del crimine organizzato che affondavano le radici nel controllo delle distinte comunità di immigrati (cosa che si sta ripetendo oggi drammaticamente in Europa).

La civiltà del crimine organizzato

Questa civiltà delinquenziale fonda la sua ricchezza sul crimine organizzato: sul traffico e sul riciclaggio degli uomini e delle droghe, delle armi e dei preziosi e poi sull’impoverimento coatto di popolazioni intere, sull’abbrutimento scientifico operato culturalmente non solo dal punto di vista concettuale ma persino neurologico, ché molte delle dinamiche in atto non soltanto per via informatica, telematica e farmacologia ma anche musicale, vertono scientemente ad un’azione profonda sul cervello che apre la porta al subumano e all’informe. Nota 1
Che i guardiani del Diounicomercato siano giunti al di là del crimine e della delinquenza, oramai addirittura in preda ad una sorta di alienazione mistica devastante, lo dimostra già di per sé il fatto che essi non abbiano alcuna coscienza del – o comunque non prestino alcuna attenzione al – male che commettono su larga scala solo per perpetrare il rito del Potere a spese di milioni di tossicodipendenti, di miliardi di sottoproletari coatti, di intere generazioni future votate al nichilismo disperato nel migliore dei casi.
Come facciano poi a perpetrare stragi in giro per il mondo al fine di produrre colpi di stato sotterranei o di dopare le borse, lo sanno solo loro. Vieppiù quando le stragi le fanno (o comunque le lascian fare) anche in casa propria dimostrando ampiamente di riconoscersi si nelle potenze dominanti e nella concezione elitaria delle minoranze che a loro volta dominano quelle potenze, ma non nei rispettivi popoli d’appartenenza considerati comunque plebi sacrificabili: che siano americane, inglesi o israeliane non cambia. E parliamo delle loro popolazioni, figuriamoci le altre: palestinesi, africani, e persino noi europei, comunque privilegiati rispetto agli afroasiatici e ai latinoamericani, siamo consumatori e carne da macello.

Una mistica distorta

Solo una mistica distorta, sconvolta, sconvolgente, devastante, può produrre una simile patologia criminale. Questi uomini si sentono “eletti” e, perciò, giustificati a compiere qualunque cosa. Al contrario qualsiasi ostacolo cosciente o incosciente si frapponga tra di loro e un obiettivo preposto, li istiga ad intervenire senza alcuno scrupolo, anche sacrificando centinaia di innocenti per ottenere degli “effetti collaterali” terribilmente materialistici.
Questi atti sono così assurdi dal risultare del tutto incomprensibili non solo agli esseri normali ma persino alle masse più abbrutite che ancora non hanno raggiunto una così bassa considerazione della vita umana.
Per questo potrebbe essere lecito definire “satanici” o più propriamente malefici questi “cospiratori eletti”. Anche questa lettura sarebbe però parzialmente falsata in quanto, alla base del loro credo furioso, c’è un monoteismo forsennato e probabilmente malinteso e, di converso, uno schema dualistico invischiante e deleterio.
Sono, insomma, il prodotto di oltre un millennio d’ideologia oligarchica, astratta, alienante, fondata sull’annientamento altrui e sulla giustificazione a priori di sé, un’ideologia che è uno dei frutti dell’Antico Testamento e che è stata alimentata dalle oligarchie vaticane così come il capitalismo lo fu ai suoi albori. Nota 2

Essere eretici e ortodossi

Non voglio, con questo, liquidare il tutto come l’effetto dell’opera secolare del Vaticano (anche se lo si può comunque definire essenzialmente il prodotto del partito guelfo) così come non voglio mettermi a disquisire di Religione che è argomento troppo alto, profondo e complesso per trattarlo solo politicamente e intellettualmente senza, con ciò, errare di gran lunga.
Voglio invece ribadire che il modello dominante, con tutte le sue storture e i suoi crimini, è coerentemente inscritto nel fil rouge dell’oligarchia occidentale: un’oligarchia al contempo monoteistica, dualistica e mercantile, quale che sia il riferimento religioso al quale di volta in volta si rifà (ebraico, papista, protestante, massonico, illuminista, comunista, mondialista).
Cui va contrapposta non un’altra edizione della medesima alienazione liberticida, omicida e culturicida ma la vocazione popolare e la sacralità al contempo eretica ed ortodossa che ha contrassegnato lo spirito e la lettera del fascismo così come già aveva fatto per molti ambienti politici e sapienziali (pensiamo a Dante) durante la primavera ghibellina dell’età di mezzo.
Che, non a caso, furono esempi contemporaneamente sociali e guerrieri contrassegnati da virilità spirituale e dall’incontro, così latino dell’ Amore e dell’ Onore. E non a caso a Roma Venus e Mars erano insieme i protettori dell’Urbs.
Qui se vogliamo c’è tutto: il resto, in fondo, è quisquilia.


Nota 1 Vedi J. Evola “Cavalcare la tigre” 1969 e “Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo” Edizioni Mediterranee, Roma, 1971.
Un altro studio specifico è stato di recente compiuto dal neurologo francese di origine vietnamita Minh Dung Nghiem “La violence des jeunes et le cerveau reptilien” , ed. Consep, Paris, 2002.
Nota 2
I rapporti tra Vaticano e capitalismo sono stati da me trattati in “Nuovo ordine mondiale, tra imperialismo e Impero, Società Editrice Brabarossa, Milano, 2002