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“L’annuncio – ha detto il Presidente – era previsto per il 13 settembre, ma è stato impedito dall’attacco alle Torri. Comunque sia continueremo la nostra politica in Palestina”…

Cosa significa tutto questo ?

Che gli Usa e l’Amministrazione Bush sono impegnati in una guerra contro il tempo per riassestare l’economia mondiale e salvaguardare il monopolio americano ma che questa guerra ne nasconde altre di tutt’altro genere.

Guerre che contrappongono ferocemente tra loro mafie e lobbies del sistema gangsteristico americano e multinazionale. In questo bailamme si scontrano anche filosofie geopolitiche contrastanti nonché filosofie globalizzanti tout court che non concordano necessariamente tra loro.

La Globalizzazione, chiamata a far fronte ad un serio e sempre più probabile rischio d’implosione economica, non ha fatto che sconvolgere gli equilibri perché ha immesso nel circuito una necessità di accelerazione costante portando le incongruenze al parossismo.

Così la Globalizzazione sta mettendo a rischio Israele con le sue specificità ipernazionalistiche, identitarie e razzistiche e dal suo canto Israele (o quantomeno il Sionismo irriducibile) fa da ostacolo alla Globalizzazione ed alle necessità economiche e diplomatiche degli Usa.

Lo scontro, inevitabile, è in atto da oltre dieci anni anche se in pochi lo hanno percepito: i nodi stanno venendo ora al pettine ed i rischi di contraccolpi sono spaventosamente attuali.

La dichiarazione di guerra nella guerra da parte di Bush a Sharon (o se preferiamo la risposta di Bush alla dichiarazione di guerra di Sharon) comporta infatti anche una spaccatura tra centrali istituzionali italiane, alcune rispondenti a padroni d’oltreoceano (come Ruggiero) altri a padroni angloisraeliani (come Martino) che si ritrovano di colpo avversi gli uni agli altri.

L’incontro di Berlusconi con Bush Sr. dapprima e con i rappresentanti islamici poi è un colpo in più all’amministrazione Sharon che si ritrova ad essere ogni giorno più isolata.

I falchi possono essere spinti a tentare il tutto per tutto contando, a torto o a ragione, sulla connivenza dei servizi nostrani: in Italia infatti il partito filo-israeliano predomina nel controllo dei servizi segreti, particolarmente del Sismi e dei Ros.

In passato non si esitò da parte dei servizi segreti nostrani ad alimentare e a protrarre nel tempo la strategia della tensione e delle stragi: la Cia ed il Mossad furono coinvolti ai massimi livelli . Allorché la politica mediterranea è in discussione, quando Israele è minacciato o sta per intraprendere una guerra pericolosa, in Italia la guerra sporca viene sempre condotta con le bombe.

Da un paio di giorni a questa parte ci ritroviamo di colpo a rischio di strage.

Di matrice araba ovviamente…..