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Dall’altra il tifo ottuso della sinistra e degli umanitaristi clericali che, soddisfatti del loro buonismo scout, non vogliono rendersi conto della minaccia d’insieme che il fenomeno rappresenta per tutti, ivi compresi per gli stessi clandestini gettati alla cieca sulle rive di un paradiso terrestre completamente inesistente.

La ricetta è una sola, e tutti lo sanno ma fingono di non avvedersene: è la fuoriuscita dalle logiche del capitalismo multinazionale, accompagnata dallo sviluppo concertato del Terzo Mondo, garantita dalla liberazione dalle imposizioni del WTO e dell’ FMI, e dall’acquisizione della sovranità nazionale (ovviamente a dimensione europea), con tanto di rigetto delle banalità del politicamente corretto e, al tempo stesso, del razzismo sociobiologico di natura neoprotestante che sembra aver morso la Lega e alcune frange di presunti integralisti cattolici.

La soluzione sta anche nell’incentivo all’immigrazione di ritorno (dall’Argentina, dall’Uruguay, dal Venezuela)  ipotesi sulla quale la Lega se non altro ha lavorato.

E qualsiasi politico avveduto – quali che siano la sua ideologia e i suoi sentimenti – non può non tener parimenti in conto l’imminente ondata di immigrazione dei nostri recenti concittadini europei del centroest.

Serve, insomma, una capacità di decisione al momento sconosciuta.

Se le esternazioni del capogruppo leghista alla Camera, Cè, sono in parte grossolane e demagogiche, il ministro non ne esce sicuramente meglio. Più onesto sarebbe Pisanu ad ammettere sconsolato “non possumus” e a confermare che, dopo due anni di governo, la CdL non è capace di gestire la situazione, nè più nè meno di come non lo è l’Ulivo.

E mentre gli uni e gli altri si scambiano insulti da stadio senza affrontare fattivamente la questione, Le Pen c’informa che l’Onu avrebbe previsto, per i prossimi dieci anni, l’ingresso di altri cinquanta milioni d’immigrati nella UE.

Con buona pace degli americani che stanno facendo di tutto per sabotare la nostra economia e la nostra società.

E finalmente avremo raggiunto l’eguaglianza agognata, nel senso che saremo tutti proletari, nullatenenti e desperados.

Evviva !