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Società

La buona notizia è che si è dimesso Biscardi, quello del “processo del lunedì”.

Perché “calcio(tengento)poli” non poteva esistere senza una trasmissione del genere che, coscientemente o meno,  ne rappresenta il pilastro politico.

 

Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Sicché se per favorire la rinascente DC si commette l’errore di affidare ad un autore di cuore e coscienzioso il compito di parlare del neofascismo nell’intento di liquidarlo storicamente, può invece accadere che ne esca fuori un’opera bella e toccante.

È quanto è accaduto con “La fiamma e la celtica” di Nicola Rao edito dalla Sperling & Kupfer che giungerà di sicuro al grande pubblico più dei testi della Settimo Sigillo di Enzo Cipriano per la quale Rao aveva operato la sua prima stesura: “Neofascisti” e cui è opportuno rendere il dovuto onore.

La filosofia che sta dietro alla scelta dei pacs non è assolutamente condivisibile e su questo non ci piove.

La divisione in atto oggi nel Paese deve però farci riflettere e capire come, una volta in più si sia smarrita completamente la bussola e ci si accapigli in nome di tesi contrapposte che fanno acqua da tutte le parti.

Le reazioni al caso Welby mi stanno dando allo stomaco.

Il dibattito sull’eutanasia è un po’ troppo complesso per poterne limitare il campo al quello della tragedia di un infermo che ha voluto si mettesse fine al suo accanimento terapeutico.

 

 

Pacs aut Bellum



Temi marginali e toni  fondamentalisti contribuiscono a  distogliere l'attenzione dai problemi reali e dalle loro soluzioni

Gabriele Adinolfi




Il clima è surriscaldato,  sintomo forse di imminenti catastrofi ecologiche i cui effetti  potrebbero vederci  estinti ben presto.
Ogni bambino che nasce ha già un debito personale di settantamila euro verso l'Alta finanza.

 

Quando, in occasione del Natale, festa solstiziale per eccellenza, Maurizio mi fece dono di un esemplare praticamente inedito del libro che ha curato per onorare e commemorare Omar Vecchio, gliene fui grato. Sinceramente, però, fui anche preoccupato per la mole di un oggetto che non ha certamente usurpato l’appellativo di “volume”.
Lo girai e lo rigirai tra le mani, quindi lo riposi in uno scaffale della biblioteca appena acquistata per accogliere i tanti libri che, provenienti da quello che potrei definire il mio segmento spaziotemporale transalpino, non hanno trovato posto nello studio di famiglia.