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Non so perché il presidente Cossiga e altri uomini del partito atlantico puntino tutto sull’avventuriero Carlos, né come possano dire che mettesse bombe per i palestinesi e non per ban altri mandanti. So bene che se la pista porta in Palestina è solo geograficamente: a quella Palestina cui è stato cambiato di forza il nome dai suoi invasori.
Non conosco le ragioni per le quali la redazione di Area si è innamorata della pista “palestinese”; voglio sperare che non siano calcoli politici o contiguità imbarazzanti a determinare tanta convinzione. Quello che non accetto è che – essendo Area l’organo mediatico più potente di cui dispone il comitato Ciavardini – l’intero comitato, che è trasversale e composito e che in gran parte non si presta a questa rilettura, si trovi confuso con essa.
Una rilettura, questa, a dir poco imbarazzante che ci riporta alla subalternità neofascista (il contrario esatto della dignità fascista) e che fa pensare a servilismo verso gli onnipotenti.
Ho già avuto modo di affermare che non si può sostenere “Luigi è innocente perché Carlos è colpevole” Luigi è innocente, chiunque sia il colpevole. Così vale per i fascisti. Non si può sostenere “la strage non è fascista perché è palestinese”. La strage (evidentemente atlantica: tutti i depistatori all’epoca erano filosionisti o sionisti, non si capisce perché avrebbero coperto i palestinesi) non è fascista punto e basta. Di più, non ci sono elementi per incriminare- altro che per condannare! – i fascisti. Di qui a giocare a scaricabarile, di qui a prendersela con altri deboli nella speranza, che a me pare assai miserabile, di cambiare di capro espiatorio, passa un baratro.
Prendersela con i palestinesi oggi è come prendersela con i pellirosse: è indegno ed immorale, sono popoli violentati, chiusi nelle riserve, oggetto di sterminio.
Se qualcuno la pensa altrimenti è libero di farlo ma deve chiarire ufficialmente che parla a titolo personale o di gruppo e che non sta strumentalizzando la causa di Luigi per risprofondare un’area nella subalternità morale e politica.
Per Ciavardini sì ma non sulla pelle dei palestiinesi. Per Ciavardini sì ma non per scambiare menzogna per menzogna. Per Ciavardini sì ma non per cambiare capro espiatorio con capro espiatorio. Per Ciavardini sì, non sulle sue spalle. Per Ciavardini sì, ma senza che l’alibi della sua difesa funga da lasciapassare per giravolte e rinnegamenti.

 

 

Noreporter agosto 2005