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19/01/2016 | Robert Vignola (ilgiornaleditalia.org)

 

 

Commerciare busti del Duce sarà reato, ma nel mirino c'è il saluto romano

 

 

La dittatura è alle porte: lo dicono in molti quotidianamente in Italia e spesso partono da ragionamenti che occorre sottoscrivere. Quando invece l’argomento reca la firma di Emanuele Fiano, c’è da sobbalzare sulla sedia: si tratta o no del Responsabile nazionale del Pd, addirittura con delega alle Riforme? Che si sia accorto anche lui della deriva renziana? Macché. Se Fiano presenta leggi (alla Camera, dov’è deputato) contro la dittatura alle porte, ce l’ha con il Fascismo. E il suo intento è forte e chiaro: resistere, resistere, resistere! alle bottiglie di vino “nero” col profilo di Mussolini, ai busti del Duce (molti dalla ambigua somiglianza), ai calendari con le massime del Fascismo e le date di bonifiche e fondazioni di città.
Facendo perno della propria azione addirittura la Legge Scelba: il parlamentare milanese intende infatti estendere il raggio di azione del reato di apologia di Fascismo anche a chi smercia accendini, tazze o magliette con la faccia della Buonanima. Che quindi diventerebbe un reato penale. Per il quale Fiano arriva a profilare persino un’aggravante di pena, nel caso in cui il reato di apologia prendesse la più moderna e strisciante delle forme: quella on-line.
Alla fine, la domanda è una sola: ma questo ci è o ci fa? “Se guardiamo a quel che sta avvenendo in molte parti d’Europa, dove stanno riprendendo spazio molti movimenti xenofobi, dico che certi atteggiamenti non possono essere assolutamente sottovalutati. Si tratta di simboli? Certo, ma anche i simboli rivestono il loro ruolo. Se riteniamo non più punibili i simboli allora anche ciò che essi rappresentano rischia di non essere più percepito come un problema”, ha detto Fiano in un’intervista al Corriere della Sera. Lasciando in sospeso la domanda di cui sopra.
Il fatto è però un altro. Nella proposta di legge depositata si fa riferimento a “tutti i reati di riproduzione di atti, linguaggi e simboli dell’allora partito fascista”. Quindi, ecco Fiano riproporre la punibilità del saluto romano, recentemente oggetto di sentenze contraddittorie tra loro. Probabilmente nella fattispecie di reato rientrerebbe anche il riferirsi a “camerati” e la sensazione netta è che la rischierebbe grossa, in un futuro carnevale, anche chi decidesse di mascherarsi da gerarca. Volevano smacchiare il giaguaro, ma s’accontenterebbero anche di passare in varecchina la camicia nera. Questa è la sinistra italiana.