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09/02/2016 | wallstreeitalia.com

 

 

 

Gli immigranti si sentono indesiderati e cominciano a fuggire

 

 

 

Mentre l’Europa fatica a trovare una linea comune sulla gestione dei migranti, la Germania, che l’anno scorso ne ha accolti 1,1 milioni, sta osservando un fenomeno che pochi avrebbero previsto: in centinaia stanno tornando al loro paese d’origine.
Sono in maggioranza iracheni, fra i richiedenti asilo più numerosi in Germania: dalla fine di ottobre, l’ambasciata ha fornito 1400 biglietti di sola andata per per l’Iraq. A fornire i numeri di questa storia che ha dell’incredibile è il Financial Times, che ha raccolto anche una testimonianza molto emblematica: “da quando ero bambino ho sognato la Germania”, racconta un meccanico iracheno, “ora il mio sogno è quello di non rivederla mai più”.
Sono soprattutto le aspettative deluse, da parte di persone che si aspettavano presto una casa e dei sussidi, a motivare il rimpatrio. Un fenomeno, fra l’altro, politicamente desiderabile da una Angela Merkel in serie difficoltà con una “cultura del benvenuto” sempre più impopolare. Secondo Peter Altmaier, chief of staff della Merkel, da dicembre 2mila iracheni hanno lasciato volontariamente la Germania “perché l’Isis ha perso un terzo dei suoi territori”.
Una spiegazione diversa, quella che invece fornisce Alaa Hadrous, proprietario di un’agenzia di viaggi che opera col Medioriente:
Le loro aspettative erano troppo alte, avevano pensato che nel momento in cui sarebbero arrivati qui sarebbero stati forniti di appartamento, soldi e sanità gratis. Non hanno capito che avrebbero aspettato giorni anche solo per registrarsi e che avrebbero vissuto in ostello per mesi.
Perché sono soprattutto gli iracheni a partire? Secondo il Financial Times non ci sono prove che, rispetto ad altri popoli mediorientali, quello iracheno possa essere meno adattabile alla vita tedesca: per alcuni è, piuttosto, la facile disponibilità dei voli diretti a costi abbordabili a incentivare la scelta.
Sa’ad Rubeyi ha già un biglietto in tasca per il ritorno in patria, in Iraq. Ha perso la pazienza dopo cinque mesi in attesa del riconoscimento dello status di profugo:
“L’errore di Angela Merkel è stato quello di dire ‘siete tutti i benvenuti qui‘. Avrebbe dovuto essere onesta e dire ‘non vi vogliamo, non possiamo prendervi tutti, non possiamo fronteggiare’ l’arrivo di una simile ondata di migranti”.