29/01/2016 | Lorenzo Cafarchio
Il Palio di Siena disse di sì ad Hitler e dice no alla Regina Elisabetta
Un no garbato, posato, ma perentorio. Il Palio di Siena e tutto il corollario di Contrade, che ne fa da anima, ha declinato l’invito alla parata che si terrà in terra d’Albione il giorno del novantesimo compleanno della Regina Elisabetta. La società organizzatrice dell’evento – H Power group – dovrà fare a meno della giostra equestre, di origine medievale, per via della durata del programma che prevedeva una “parata contenuta nell’arco di 90 minuti; pertanto non è possibile allestire uno spazio temporale minimo sufficiente per rappresentare compiutamente l’idea del Palio storico di Siena”.
L’evento si terrà il prossimo maggio presso il Castello di Windsor e già dal novembre scorso Rebecca Lewis Lalatta, project manager della società incaricata di organizzare la cerimonia, aveva provveduto a prendere contatti con la deputazione del Magistrato delle Contrade che dopo aver esaminato le modalità di svolgimento dell’iniziativa ha dato il suo diniego. “Le riflessioni conclusive sono che il Palio e le sue secolari e storiche tradizioni hanno avuto l’onore di suscitare interesse anche da parte della corte reale del Regno Unito per un evento di carattere planetario, tuttavia, per motivi sostanzialmente organizzativi, ma anche etici, non ci sono state le condizioni per poter nemmeno affrontare la questione nelle sedi deputate: le assemblee di contrada”, una decisione arrivata nel rispetto della tradizione e dei rappresentanti delle 17 contrade che, se l’invito fosse stato accettato, non avrebbero avuto l’occasione di mostrare al mondo intero la propria storia.
Il sindaco senese, Bruno Valentini, ha prontamente invitato la Regina nella città toscana ad ammirare la manifestazione: “Se si vuole vedere il Palio bisogna venire a Siena per capirlo, magari entrare in un museo di contrada, perché Siena non si sviluppa solo nel minuto e quindici secondi della corsa, ma ha una storia precedente e una storia futura. Vuol dire che inviteremo formalmente la Regina Elisabetta a venire a Siena a vedere il Palio direttamente delle finestre del nostro Palazzo comunale”.
Certe tradizioni, secolari, non possono essere sradicate dal proprio ambiente originario. Il Palio senza la cornice senese è arto monco, perché il misticismo di questa rappresentazione umana non fai dei fantini giocolieri e circensi pronti a spostarsi in tournée. Nel corso della storia solo due volte la manifestazione si è svolta fuori da Siena. La prima nel 1938 a Firenze per via della visita nell’ex capitale d’Italia di Adolf Hitler e la seconda nel 1970 quando il Palio sfilò per Papa Paolo VI, mentre Santa Caterina – patrona d’Italia – veniva proclamata dottore della Chiesa.