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3.
È l’effetto di un’insicurezza diffusa, di una micro-criminalità che banalizza l’aggressione, lo stupro, l’omicidio, nel nichilismo angosciato che si è andato instaurando.
4.
È la risposta al razzismo sociale e nazionale di cui le fasce deboli della popolazione francese sono oggetto, prese nella tenaglia dell’alta borghesia spocchiosa e mondialista e dell’immigrazione più aggressiva.
5.
È la risposta alla non-risposta dei partiti istituzionali, del coacervo di tecnocrati, di carrieristi e di intellettuali che si ostinano ad ignorare i problemi, a fingere che non esistano, illudendosi che si risolveranno da sé.
6.
È il sostegno all’unico uomo politico che si sia battuto coraggiosamente contro decisioni incomprensibili, quali il freno della produzione agricola o la nuova politica monetaria che produce inflazione e minaccia il risparmio, o contro la collaborazione passiva alle azioni imperialistiche degli Americani che Le Pen ha di recente condannato in Afghanistan come a suo tempo aveva fatto in Iraq.
Ma il successo di Le Pen non si basa soltanto sulla sua capacità e legittimità nel catalizzare le proteste. Il Front National ha espresso un programma di oltre duecento punti per un totale rinnovamento fondato sul buon senso e sui valori produttivi, ha indicato vie percorribili per l’occupazione, per il rilancio del settore agricolo e della piccola industria.
Il ballottaggio che avrà luogo non contro l’esponente della sinistra ma contro il Presidente della Repubblica, contro l’ex Sindaco di Parigi, che oggi si ritrova ad essere il rappresentante dell’intero arco partitocratrico che va dai comunisti ai liberisti, acquista dunque un significato particolare.
È la sfida tra la Francia popolare, sanguigna, produttrice e l’oligarchia speculatrice, euromondialista, come la definisce Le Pen. È il braccio di ferro tra chi è dalla parte del popolo e della Nazione e chi rappresenta gli interessi ed i diktat del WTO e del Fondo Monetario Internazionale.
Ed è lo scontro tra un uomo con le palle e un’intera classe di eunuchi.
Il resto, tutto il resto, è letteratura d’accatto.