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La portata dell’attacco comunista-democristiano in cantiere non va sottovalutata. 

Le grandi manovre sono già state effettuate. L’importanza che l’intellighentsia marxista attribuisce ai rapporti umani ed alle dinamiche sociologiche e politiche che ne scaturiscono è agevolmente quantificabile dall’attenzione preoccupata che vi rivolge il Manifesto, riferendosi a parte della Destra Sociale romana, o ad iniziative del genere della “cultura non conforme”; un’attenzione ultimamente tramutatasi in inquisizione nei riguardi di Sinergie Europee indicata come catalizzatore di detta dinamica.

Se si è tornato a parlare di antifascismo non è perciò per puro elettoralismo né per spazzar via questo o quel partitello di estrema destra, bensì per centrifugare il panorama anomalo prodottosi nell’incerta Seconda Repubblica al fine di restaurare il Compromesso Storico.

C’è dunque da attendersi un’ondata di violenza fisica e psicologica. 

Una vera e propria criminalizzazione è comunque improbabile a meno a che non intervenga da parte dei corpi deviati una strategia omicida o stragista che il quadro internazionale e quello interno non possono farci escludere a cuor leggero.

Ma improbabile vuol dire impossibile ?

La strategia della tensione e lo stragismo furono il prodotto della convergenza di gruppi operativi della Cia, del Sismi e del Mossad, con la partecipazione mafiosa e, forse, dei servizi britannici, ed infine il beneplacito (ed il sicuro vantaggio concreto) del Partito Comunista.

Stragismo e strategia della tensione (se è lecito distinguerli tra loro) si verificarono in momenti di grandi e rapide trasformazioni allorquando erano in gioco una serie di interessi strategici e finanziari.

L’uno e l’altro si produssero in un clima surriscaldato.

Se vogliamo confrontare le condizioni di allora con quelle che si delineano oggi giorno possiamo dire che:

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la convergenza dei citati soggetti criminali, ovvero Cia, Sismi, Mossad, comunisti, non è un dato di fatto ma è largamente possibile (specie considerando che la situazione di emergenza in cui si trova Israele offre singolari analogie con il quadro in cui si sono sviluppate in passato le campagne stragiste).

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delle trasformazioni di interesse strategico sono in atto o comunque in varo in Europa  (ed è in momenti di trasformazioni profonde che si inserisce la strategia della tensione).

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   il clima generale è fortunatamente calmo 




Ovvero dei tre elementi necessari il più importante è pressoché assicurato mentre gli altri sono da verificare con il tempo. 

Ciò è più che sufficiente per vigilare e per attendersi provocazioni, da parte di prezzolati o di imbecilli – o di imbecilli prezzolati – provocazioni che saranno mirate ai danni dei più deboli, dei più autonomi, dei più liberi.

Sono proprio costoro, i più indifesi ed i meno capaci di rispondere a tono, gli incriminati classici; non sono il vero obiettivo ma sono il veicolo passivo e mediatico di cambi di rapporti di forza.

E’ una costante della politica italiana che, per determinare l’esautorazione dei degasperiani a vantaggio delle giovani leve Dc negli anni cinquanta utilizzò lo scandalo-Montesi, per instaurare il centrosinistra nel 1960 inscenò la provocazione di Genova contro il Msi, per istituire il Compromesso Storico e la politica di unità nazionale si servì delle stragi in tutto il decennio settanta ed oltre. 

Per sfuggire a simili indesiderati coinvolgimenti non vi è allora che un modo: non accettare lo schema della guerra civile riesumato in laboratorio ma andare avanti con pazienza e concretezza, rifiutare anche dialetticamente il clima inquisitorio e non accettare di vestire i panni dell’eretico o del capro espiatorio. 

La storia ci insegna che è solo rifiutando in toto lo schema dualista che ci si libera dalle spire del potere temporale. Le guerre di religione fanno peggio.