La commedia, preceduta da un lungo ed incessante battage pubblicitario, sembra una variante del “Grande Fratello” con dei Taricone più appassiti ma tutti compresi nel ruolo del ribelle doc, cioè politicamente corretto.
Si apprestano a sbranare il mondo (ovvero i pochi centimetri quadrati di asfalto concessi dalla regia) per guadagnare simpatie nell’audience e nel televoto.
Per animare questo spettacolo tanto atteso sono stati spesi milioni a centinaia, tutti distratti dal fondo pubblico, messi a disposizione dalle autorità o forniti per il tramite indiretto di Rifondazione e delle strutture catto-comunistico-boyscout.
Gli incursori dell’antiglobalizzazione, in decine di migliaia, si muoveranno per treno, per pullman, perfino per nave.
Ed è così che sta nascendo una specializzazione nuova: i tour operator della rivoluzione.
Potremo assistere agli scontri in diretta, saranno teletrasmessi più o meno da tutti i canali televisivi.
Non si escludono per la prossima edizione interruzioni con utili consigli per gli acquisti.
E se poi ci scappa il morto (chi gestisce il popolo seattleano ne vorrebbe almeno uno, anche piccolo piccolo per fondarci su i prossimi anni di opposizione e di lottizzazione del sottopotere) non cambia granché. Sfortunata vittima dello spettacolo, sulla tua lapide scriveremo “sei stato nominato”.