L’eutanasia liberalizzata potrebbe consentire omicidi programmati (cosa che già avviene probabilmente per gli espianti d’organi) e incoraggiare omicidi impuniti da parte di familiari cinici. In particolare in una società vile, ipocrita e materialista come la nostra il rischio è grande.
Ma il caso Welby non si presta a equivoci. La sua volontà è stata chiarissima e la sua coscienza, presente minuto per minuto durante l’eutanasia, non è in discussione.
Che ci sia chi, per convinzioni religiose, non accetti questa scelta è comprensibile.
Molto meno lo è che si pretenda d’imporre la medesima convinzione religiosa a qualcuno che ha scelto la dignità della morte.
Intollerabili sono i toni di certe affermazioni di sedicenti rappresentanti cattolici, del tipo di: “hanno perso tutti gli italiani” o “è stato un assassinio”.
Sembrano autentici assist forniti a chi è anticristiano. Come non possono tornare in mente alcune considerazioni nietzscheane sull’infermità spirituale dei negatori del corpo? Come non pensare al ritorno del sadismo da Inquisizione? Come non sospettare un malsano godimento della sofferenza altrui; quella di un uomo ridotto a vegetale, martoriato da piaghe di decubito e dall’angoscia dell’inutilità?
C’è un’aria davvero putrida in certe affermazioni intolleranti lanciate contro un uomo che ha scelto di essere libero.
Nessuno obbliga gli altri a fare lo stesso, ma perché continuare a tutti i costi, non appena l’occasione lo permette, non appena il clima lo consente, di cercare di togliere ogni libertà, ogni dignità alla persona in nome di “tavole della legge”?
Tutto questo è rivoltante. Ma per fortuna il Cristianesimo non è solo questo.
Buon Natale!