Giudica un «grande passo» Alessandra Mussolini. La nipote del Duce sostiene che il «mondo intero, compreso il Vaticano e il Papa, deve chiedere perdono a Israele». Ma non solo: suo nonno cosa avrebbe pensato di Fini? «E’ morto e io sono un’altra persona. La mia famiglia è una cosa, la politica un’altra». (Il Messaggero 25-11-03)
Passano due gironi e cambiano in pieno i toni.
Alessandra Mussolini ha da ridire sulle affermazioni di Fini fatte in Israele. «Contesto a Fini di essersi arrogato il diritto di giudicare e liquidare a nome di tutti gli italiani un periodo importante della storia della nostra Patria», dice la parlamentare di Alleanza nazionale, a giudizio della quale va reso «onore a tutti i caduti». (27-11-03)
Alessandra Mussolini, dopo gli ultimi ”strappi” di Fini, abbandona An: «Sono diventata incompatibile per il mio cognome. È Gianfranco il “male assoluto” di An, ha tradito il partito». (Corriere 28-11-03) Vuoi vedere che quel cognome non può più essere candidato in AN? E quindi chi lo porta non può aspirare ai guadagni consequenziali? Certo che il cambio di posizioni così netto e repentino è sorprendente!
II: Con la vera destra, anzi con l’estrema!
La signora deputato apre a Berlusconi. Si parla di una sua candidatura in Forza Italia, si parla di un’alzata di scudi di Fini per contrastarla. Intanto lei crea un’associazione,”Libertà d’Azione”. Poi Adriano Tilgher la contatta, si presenta con lei a Romagnoli e Fiore che già sembrano decisi a correre insieme per le europee e nasce così il supercartellino che durerà qualche mese, quindi lo sfascio fra Fiamma e AS e, gran colpo di fortuna, due deputati con lo score con cui di solito se ne prende uno (1,9% di totale congiunto come nel 1999 se si computa la Lista Cito). La signora ha quindi incassato le preferenze dei votanti estremisti, non ha portato nulla di suo, ma si prende in cambio un seggio da europarlamentare. È già parlamentare italiana, è ovvio che lascerà il posto a Strasburgo a Roberto Fiore in modo da dotare il partito di due voci. No, dà le dimissioni dal seggio campano, che nelle suppletive passa alla sinistra, e si tiene invece ben stretto quello europeo anche se patisce la fobia del volo. Non vorrete mica pensare che lo faccia perché in Europa si guadagna di più e perché lo stipendio durerà altri tre anni rispetto a quello nazionale? Su, piantiamola con le illazioni e le maldicenze!
III: Per l’aborto e i carabinieri, anzi per i cardinali e gli iracheni!
Come giunge nell’universo estremo destro, la deputata di lungo corso scopre che lì non si dicono le stesse cose che dice lei. Ella è per il femminismo, per l’aborto, persino per il matrimonio gay. Poi è per la guerra in Iraq, per Nassirya. Insomma dovrebbe correre con la Bonino. Viene così fischiata a Milano e cambia tutto al volo. Di colpo è antiaborista, per la famiglia, contro l’imperialismo americano, urla “liberate l’Iraq!” Una giravolta rapida e disinvolta. Che magari elettoralmente non paga perché l’estrema destra è chiusa in sottoculture di ghetto e non allarga gli orizzonti e lei così facendo si perde per strada quegli elettori che avrebbe portato come valore aggiunto restando sulle proprie posizioni; ma ne ha comunque a sufficienza per essere eletta in Europa ed essere in seguito proclamata dai media come la rappresentante (sic!) della destra radicale!
IV: Con D’Alema contro la destra, anzi per Destra Italiana!
Si approda al 2005. Tutta la campagna della signora s’incentra ora sul “battiamo il centrodestra!”. In seguito i suoi confesseranno di aver ottenuto, in tal senso, il sostegno concreto dello stesso D’Alema. In particolare i riflettori si accendono su Roma dove nasce il tormentone con Storace (figure oscene da ambo le parti) e la superoffesa si lascia immortalare in digiuni alla radicale conditi da frasi stizzite e invocazioni alla zia Loren e ai suoi babà. Con Storace i nervi sono davvero tesi e da tempo. A Roma si mormora che ci siano torti da vendicare da parte della pasionaria (di se stessa)… La signora dice che AS farà battere ovunque la destra e in particolare nel Lazio. Poi c’è lo scrutinio: 0,9% nazionale, il minimo storico per l’estrema destra dai tempi della Rivoluzione Francese. AS risulta inutile ovunque, non ha avuto peso in nessuna regione. Ma il nemico resta la destra! Infatti, chiuse le urne, ecco la prode signora in abboccamento con la Poli Bortone e altri per il progetto (per ora abortito) di un partito nella CdL chiamato Destra Italiana.
V: Con Berlusconi anzi no, ma si, certo!
Finisce il 2005 e si parla di nuova legge elettorale e di grande coalizione di centrodestra, allargata alle estreme. AS nicchia: sì o no, si e no, sì, anzi no, anzi sì. Tanto che quando la Fiamma annuncia la sua partecipazione alla coalizione, la base di Forza Nuova, ignara, l’accusa di tradimento; prima di ritrovarsi nelle stesse acque pur essa. Imbarazzante…
La signora stavolta è più lineare. Inizia a Matrix (la puntata dedicata ai centri sociali di destra e sinistra) dove, nel consueto stile nobiliare, interrompe tutti, urla, si sovrappone, risponde stizzita a chi le sta andando incontro (Massimo Fini) perché neanche lo capisce e conclude fiera fiera: “c’è troppa violenza fra gli opposti estremismi, bisogna smetterla!”
Intanto in Europa vota una risoluzione antifascista; “ero distratta, parlo poco le lingue” dirà ai suoi che sono stupefatti. Ovvio che sta cercando in ogni modo di dire “sono moderata”. Sempre da moderata (nei temi, non nei toni sguaiati, che l’educazione una non se la dà da sola) la signora si comporta in tutta la campagna elettorale. Ci rassicura che la CdL si è piegata alla forte pressione di AS: accetterà di offrire latte in polvere alle mamme! La Nestlé, commossa, ringrazia. Qualche rappresentante di AS cerca pure di chiudere la bocca - e soprattutto di legare il braccio - ai giovani di FN troppo amanti dei saluti romani e più seguaci del Nonno che non della nipote.
VI: Se sono impresentabili loro non mi presento! Eccomi!
Ultima settimana di febbraio del 2006, inizia il tormentone. Ferrando (Rifondazione), Fiore e Tilgher sono dichiarati “impresentabili”. Non sono i soli, si tenta di allargare la questione a Caruso, Romagnoli, Luxuria. Ma in questi casi i segretari nazionali (Romagnoli lo è del resto) non accettano il diktat. I primi tre sono invece bocciati. La signora dichiara “se non sono presentabili loro non mi presento neanch’io!” Applausi a scena aperta; passa una settimana ed eccola capolista ovunque come se niente fosse, con gli alleati allegramente trombati.
Poi darà ampia prova di grandeur politica. Un programma populista demagogico da quattro lire si accompagna a piazzate imbarazzanti. La peggiore delle quali avviene nel derby televisivo con Vladimir Luxuria. La signora gracida “meglio fascisti che froci!” col che dà al Nonno e a tutti noi dei “deviati sessuali”. Complimenti!
La vediamo ovunque e sempre in Tv, manco fosse una terza alternativa a Berlusconi e Prodi. La interrogano su tutto, ivi compresa la tragedia del piccolo Tommaso. È certa di spaccare i monti, sarà decisiva alle politiche! La doccia fredda del misero 0,7% l’accoglierà brandendo pubblicamente un cornetto rosso di corallo “uocchio, malocchio…” (Il Messaggero 11-04-2006)
VII: Socializzazione addio! Datemi un assessorato!
L’11 aprile la signora dichiara “sono soddisfatta”. L’elettorato, ammutolito, non indaga sul significato esatto di questa soddisfazione. AS è compatta e proseguirà la sua marcia. Certo, come no? Il 18 aprile, il giorno dopo Pasquetta, proprio quando ha appuntamento con il ministro Alemanno, la signora lascia trasparire su un giornale lombardo la condanna politica della socializzazione da parte di AS. Una volta ancora sconfessa il Nonno e il suo credo. Forse così vuol dimostrarsi più liberista? Forse così, pensa, Alemanno l’accetterà meglio? Come se Alemanno non fosse molto più serio di lei ed avesse bisogno di questi sotterfugi! Alemanno l’aveva invece già accettata nel calderone che è il frutto del tormentone in vista della battaglia per il partito unico. Le promette così un assessorato nel caso miracoloso di vittoria su Veltroni.
E lei che fa? Riesce ad accusare d’incoerenza i due alleati che ha scaricato solo un mese e mezzo prima e che è tornata a scaricare adesso lasciandoli soli!
D’altra parte a Matrix (ma quante volte ce la chiamano?) non aveva interrotto più volte Mastella chiamandolo ping pong? Un Mastella che ha oscillato di certo molto meno di lei, e in posizione ben diversa (un centrista fra due coalizioni), con un potere contrattuale reale e con ben altro decoro.
La faccia che lady ha è come…….. (non suggerite, per piacere!)
VIII: Che dire?
Proponiamo un censimento popolare per obbligare Lady Ping Pong a non usare “Quel” cognome invano perché è un bene nazionale e non una proprietà privata da devastare in modo indecente. E offriamole in cambio un nome d’arte, chissà: Ambra Jovinelli, Ninì Tirabusciò?