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Molto impulsivo e veemente, Walter era però troppo serio ed in possesso del senso della misura per imporre il proprio nome alle platee, come avrebbero invece fatto numerosi mediocri. Molto per questo e moltissimo per lo stato di costante distrazione quotidiana di cui sono affetti un po’ tutti i sopravvissuti, Walter è poco conosciuto in Italia, pur avendo dato molto e rappresentato moltissimo per un abbondante ventennio. Walter fu, invece, una delle figure principali del mondo nazionalrivoluzionario, popolare, sociale, tercerista negli anni più caldi e significativi della nostra storia recente.

La sua milizia politica iniziò negli anni della contestazione quando, studente di giurisprudenza, aderì al Movimento Studentesco di quella facoltà, presto trasformatosi in Lotta di Popolo.

Tra i rappresentanti storici di quell’organizzazione che fu all’avanguardia politica del tempo, Walter tenne a lungo la mitica “Libreria Romana” in via dei Prefetti. Quivi, dopo lo scioglimento di Lotta di Popolo, furono gettate le basi per Lotta  Studentesca poi evoluta in Terza Posizione.

Travolto dall’onda lunga della lotta armata e della caccia alle streghe che fece seguito alla strage atlantista di Bologna, Walter riparò a Parigi. Benché, a differenza del sottoscritto, non gliene spettasse la responsabilità, mi accompagnò nelle discese clandestine in Italia e nella clandestinità operativa a fianco degli ultimi Nar. Animò con me tutta una serie di iniziative politiche e culturali all’estero, fra le quali spiccano “Orientamenti & Ricerca” e il “Coordinamento 12 Marzo”.

Uomo di cuore, uomo di troppo cuore, venne colto da una rara malattia che dilata le arterie. Operato più volte, morì durante un trasporto in ambulanza a seguito di un’ulteriore crisi. Gli infermieri ci dissero che spirò mentre raccontava una barzelletta. Grecoromano fino all’ultimo….