Questo sito si serve dei cookie tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie.


La sua etnia, quella degli Ogoni, una delle 250 che annovera il paese, vive nel Delta del Niger  e rappresenta lo 0,5 % della popolazione nazionale.  Gli Ogoni hanno sempre vissuto di pesca e di agricoltura su di un territorio di 500 km quadrati. Ma da quando la multinazionale del petrolio Shell si è installata nella regione essi non possono più coltivare né pescare, non hanno più acqua potabile ed hanno uno stato di salute assai precario a causa dell’inquinamento.

La speranza di vita è così crollata alla soglia dei 51 anni, la moralità infantile è del 4%, esiste un medico ogni settantamila abitanti, un solo ospedale per l’intera regione e la disoccupazione è fissata all’85%. 

La Shell che ha devastato le loro terre, in compenso ha impiegato soltanto 88 Ogoni. Le uniche strade della regione collegano fra loro  le installazioni industriali e la Shell. Non è stata effettuata alcuna canalizzazione e l’elettricità è scarsa.

Gli Ogoni provarono nel 1993 a far sentire le loro ragioni ma la Shell, che possiede di fatto la Nigeria e manovra a totale piacimento il governo fantoccio, armò e trasportò truppe nigeriane, cui diede un bonus salariale, per reprimere il malcontento. Duemila Ogoni furono immediatamente massacrati e una trentina di villaggi vennero rasi al suolo. Poi la repressione che si concluse con l’impiccagione di Ken Saro-Wiwa.

Gli Ogoni oggi continuano ad agonizzare nelle condizioni che abbiamo descritto.

Ecco cosa s’intende per “scontro di civiltà”.