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Il 6 agosto 1945 la seconda guerra mondiale volgeva al termine.
L’Italia soverchiata malgrado l’eroica resistenza di oltre ottocentomila volontari che avevano reagito al “tradimento” per antonomasia, la Germania invasa, martoriata, soggetta a genocidio, non combattevano più.
In armi rimaneva solo l’eroico Giappone, fermo nei suoi principi di onore, nella guida esistenziale fornita dal plurisecolare  Bushido.
La grande potenza progressista e democratica, gli Stati Uniti d’America, decise allora di “abbreviare le sofferenze abbreviando la guerra” mediante una duplice catastrofe atomica.
Concepita e realizzata dai fisici di Los Alamos del Manatthan Project, la bomba atomica, quell’ordigno che Hitler si era rifiutato di confezionare, fu così sperimentata sulla popolazione civile di Hiroshima.
Quei civili conobbero sulla propria pelle quell’ armageddon che tanto si confà allo stile ed alla concezione degli americani.
Si trattava di una bomba all'uranio, chiamata " Little Boy", e fu sganciata dal B12 "Enola Gay", pilotato dal comandante Paul Tibbets.
Due giorni dopo fu sganciata su Nagasaki la seconda bomba, questa al plutonio, chiamata "Fat Man".
Duecentocinquantamila vittime, quasi tutte tra atroci sofferenze, molte in lunghe agonie, trasformate in veri e propri mutanti.
Gli Stati Uniti – tuttora l’unica nazione al mondo ad aver usato la bomba atomica contro un altro popolo – mostravano così al mondo il loro volto.
Cosa ci si poteva attendere, del resto, da una nazione fondata sul fanatismo di sette millenariste che si era stabilita in un continente vergine sterminando i pellirosse (un olocausto assoluto e pienamente realizzato) senza disdegnare di provocare a tale scopo epidemie di colera con la fornitura di coperte infette ?
Da una nazione che aveva costituito la sua ossatura economica sul rapimento degli africani, sull’istituzione della schiavitù e, peggio ancora, sulla successiva trasformazione della schiavitù nel più assoluto sfruttamento delle insalubri fabbriche del nord ?
Cosa ci si poteva attendere da una nazione che – avendo deliberato mediante uno speciale “patto con Dio” – che l’intero continente le apparteneva, si era messa a tagliare le braccia ai maschi delle popolazioni occupate per tema che un giorno potessero imbracciare il fucile ?
Cosa era lecito attendersi da una nazione che aveva appena sperimentato quel napalm col quale avrebbe poi commesso tanti crimini contro l’umanità in Vietnam ?
Perché il napalm fu usato, per la prima volta, nell’agosto del 1944 contro le truppe italiane che resistevano a largo di Saint Malo. Ma di questo, ovviamente, non se ne parla.
Una classe dirigente di vigliacchi e opportunisti non può lasciar passare simili esempi che la inchiodano nel disonore.
Il 6 agosto del 1945 rappresenta un simbolo epocale: lo Stato/Canaglia imponeva il suo dominio mondiale tramite un rito dai sapori satanici che instaurava l’era dello Spettacolo del Terrore ad opera dei terroristi internazionali.
Accadeva in agosto. Negli anni successivi quel mese sarebbe stato spesso un mese di stragi ad opera degli emuli degli americani. Gli emuli ?



Il 4 agosto 1974, in una galleria tra Firenze e Bologna, un ordigno esplodeva facendo scempio di una dozzina di passeggeri. Il treno delle vacanze si trasformava in un inferno.
Perché avveniva tutto questo ? Quale sinistra e cinica mente poteva averlo ideato ?
Andiamo con ordine.
Nel 1973 la Commissione Trilateral (tra i cui ideologi c’era Gorge Ball, uno di quelli che avevano deciso il bombardamento al fosforo su Dresda) aveva varato una nuova strategia internazionale, di collaborazione tra intelligentsia finanziaria e nomenklature comuniste. Durante l’estate, come per incanto, il maggior numero delle testate italiane cambiavano di proprietà e, insidiosamente, spostavano l’opinione pubblica “moderata” a considerare il Pci con occhio più benevolo.
In ottobre la “guerra del kippur” faceva levitare il prezzo del petrolio e dei petroderivati, tanto che il Pci si trovava con i conti in rosso, specie nella voce “stampa”.
Nella primavera del ’74 si svolgeva il referendum sul divorzio. Solo il Msi del divorziato Almirante si batteva contro il divorzio insieme ad una Dc assai molle che affidava quella battaglia all’uomo delle liquidazioni, Amintore Fanfani, mentre tutti i big si defilavano avendo già chiari i risultati della competizione elettorale e preparandosi per il dopo.
Il fronte “progressista” era capeggiato dal Pci ma faceva il suo clamoroso ingresso sulla scena italiana l’uomo delle massonerie e di Israele, Pannella.
A sinistra in molti premevano per una scelta insurrezionale o rivoluzionaria ed il partito di Berlinguer, preso tra due fuochi, continuava a mostrarsi ambiguo benché anelasse chiaramente ad una svolta socialdemocratica.
I registi della strategia della tensione compirono allora diverse mosse. Innanzitutto costituirono delle bande paramilitari anticomuniste, i Mar, affidate a vecchi partigiani. Poi commisero la strage di Brescia (maggio) e prepararono il terreno per le trattative decisive.
Un incontro tra Giulio Andreotti, Gianni Agnelli ed Enrico Berlinguer in estate portava ai seguenti risultati. Il patronato s’impegnava a sanare i deficit dei comunisti e questi ultimi lanciavano la linea del “compromesso storico”.
Le conseguenze che tanto sapevano di compensazioni furono quattro. Lo scioglimento dei Mar, lo scompaginamento (seguito dall’incriminazione) dello stato maggiore democratico anticomunista (Gui, Tanassi, Rumor, Leone), la repressione dei neofascisti e la main mise, da parte del Pci, sui rinnovandi servizi segreti.
Questi ultimi erano stati recentemente decapitati. Il dirigente dei servizi militari, Vito Miceli, aveva infatti accusato gli israeliani per l’abbattimento del nostro aereo militare “argo 16” ma in meno di un mese era stato sollevato dall’incarico.
Al suo posto sarebbero andati dei pidduisti filoisraeliani. A sceglierli, a difenderli e a cercare, in seguito, di rimetterli in sella contro il parere di Craxi, il “ministro degli interni ombra” del Pci, il partigiano Ugo Pecchioli.
Per far passare in modo indolore questo sconvolgimento degli equilibri, questa coabitazione tra comunisti, massoni e cattolici, serviva un “mostro” che garantisse l’ “unità nazionale”.
Questo mostro fu lo “stragismo” cui venne frettolosamente appiccicata l’etichetta – tuttora vigente pur in mancanza di qualsiasi elemento probatorio – di “fascista”.
Ciò fu particolarmente agevole, all’epoca, perché ministro degli interni di recente nomina era un altro partigiano, Taviani.
In quel lasso di tempo che intercorre tra maggio e agosto del 1974 lo stragismo, insomma, riusciva pienamente il suo colpo di stato.
Non solamente cambiando radicalmente la politica italiana nel mediterraneo, ma avviando il paese ad una dittatura tecnocratica e preparando la rapida, drammatica, cinica,  violenta liquidazione di tutte le aree che nutrivano ideali politici. I neofascisti in primo luogo, ma anche i libertari e l’ultrasinistra.



Il 2 agosto 1980 saltava in aria la stazione di Bologna. Uno dei più efferati e corposi massacri del dopoguerra: 85 morti.
Ancora si cercano esecutori e mandanti del misfatto. Si sa, per certo, quanto segue.
Il massacro di Bologna s’inserisce in una serie internazionale che si estende a Monaco e Parigi.
La strage è stata preceduta dall’abbattimento di un aereo di linea sui cieli di Ustica.
Quest’azione pirata, attribuita agli israeliani che pensavano di aver intercettato il mezzo con il quale i francesi stavano rifornendo di uranio la centrale nucleare irachena, fu coperta in tutti i modi dalla Nato.
In pochi anni oltre quindici testimoni sono poi morti per suicidi, incidenti, o vittime di attentati.
Tutti i giudici che per Bologna hanno imboccato le piste della Nato o della massoneria (Superloggia di Montecarlo) sono stati sollevati dall’incarico.
La P 2 ha operato sempre e comunque per depistare le indagini e per incriminare i fascisti.
I massimi dirigenti del Sismi, i pidduisti Belmonte, Santovito e Musumeci, sono stati condannati, dopo le confessioni del maresciallo Sanapò, per aver tentato d’incastrare i dirigenti di Terza Posizione. Il depistaggio fu particolarmente inquietante perché i servizi misero e “fecero ritrovare” sul rapido Taranto-Milano “lo stesso esplosivo di Bologna”.
Ovviamente la condanna nei loro riguardi si è limitata al reato di calunnia (!)
La pista fu ordita sotto la regia del responsabile della Cia, Michael Ledeeen (nella foto), un falco sionista, oggi consigliere di Rumsfeld. Ledeen fu dichiarato “persona non grata” in Italia.
Oggi si è riciclato ed ha rapporti trasversali con la destra massonica e atlantistica.

 

Noreporter Agosto 2004