Il 3 settembre di sessantacinque anni fa la Francia e l’Inghilterra dichiaravano l’avvio della Seconda Guerra Mondiale. Il pretesto: l’entrata delle truppe germaniche nei territori tedeschi che erano occupati dai polacchi per metter freno, dopo diversi ultimatum inascoltati, all’eccidio dei civili.
In teoria Francia e Inghilterra volevano garantire l’integrità territoriale dell’alleato polacco.
Teoria pura: il 17 dello stesso mese l’armata sovietica occupava oltre metà Polonia ma nessuno si sognava di dichiararle guerra.
Anzi, di lì a poco gli “alleati” avrebbero iniziato ad armarla mentre le banche americane avevano iniziato già dal ’19 ed avrebbero proseguito fino al termine degli anni ottanta a mantenerla economicamente in vita.
Le ragioni della guerra furono tre: la geopolitica, l’economia e l’odio.
Un odio antitedesco, anticlassico ed antieuropeo.
Geopoliticamente la ripresa di potenza della Germania metteva in discussione il monopolio mondiale britannico che gli inglesi volevano salvaguardare e al quale gli americani intendevano sostituirsi.
Economicamente l’avvento di vaste aree autarchiche, ricche di ogni risorsa economica ed energetica, ed il ridimensionamento delle banche (in Germania venivano soppiantate dalle Casse di Risparmio, una parola maledetta da tutti gli usurai) rischiavano di far saltare un’egemonia planetaria cui i banchieri e la mafia non volevano assolutamente rinunciare.
Sin dal 3 settembre l’intenzione tedesca di risolvere pacificamente la controversia fu manifesta. Le lobbies angloamericane tuttavia vollero che la guerra fosse lunga, sanguinosa e devastante: il genocidio europeo era nei loro piani.
Anche i più atroci esperimenti - bombardamenti al fosforo, al napalm (il primo della storia si ebbe nell’agosto del ’44 contro gli italiani al largo di Saint Malo), nucleari, vennero tutti compiuti platealmente da una sola parte.
Il Crimine Organizzato, la cui cupola dominava già gli Stati Uniti, avanzava impietosamente ed inesorabilmente. La grande piovra, dietro la copertura fatua di una presunta democrazia a pretesa globale, avrebbe conquistato, spogliato, devastato, il pianeta, i popoli, l’ambiente.
I “liberatori” avrebbero imposto il loro modello che si fonda etologicamente sull’ipnotismo mediatico, sul servilismo diffuso e sostanzialmente su tutti i traffici illeciti, i due principali (insieme al mercato d’armi) essendo quelli della droga e degli schiavi.
Per farla breve, il 3 settembre 1939, il Crimine Organizzato dichiarava guerra alla libertà, alla civiltà, all’autodeterminazione, alla dignità dell’uomo e all’identità dei popoli.
La sua opera prosegue oggi imperterrita.
Noreporter Settembre 2004