S'inaspriscono i toni polemici nelle consultazioni regionali. L'esclusione, per irregolarità manifeste (ma usuali e comuni) della lista capeggiata dalla Mussolini, determinata con ben poco stile da Storace, è stata confermata a sorpresa del Tribunale Regionale del Lazio. Mentre Veltroni s'inserisce e gongola, i toni si alzano tra il governatore e la Mussolini,. I due, a lungo compagni di partito in AN, sono, a quanto appare, ai ferri corti.
La polemica si allarga interessando oltre misura un elettorato passionale che rischia di dimenticare che le elezioni oggi significano poco o niente e che quel che conta è solo l'azione quotidiana contrassegnata da un distacco prospettico e da una visione strategica. Ma l'effetto -commedia dello spettacolo della politica sta attanagliando più di una coscienza e la tiene prigioniera. Del solito nulla. Sicché per mesi questa diatriba terrà banco sollevando eccessiva polvere.
Al di là dalle polemiche e dai coinvolgimenti emotivi sicuramente eccessivi da parte di chi , innanzitutto passionale, è soggetto al pathos e non lo domina, alcune considerazioni sembrano opportune.
1. È strano che il Tar del Lazio abbia operato questa scelta e non abbia piuttosto, come ha fatto altrove, sancito che eventuali irregolarità sarebbero state acclarate dopo le elezioni. Nel dire che è strano non faccio dietrologia; per il semplice fatto che non saprei esattamente che tipo di dietrologia fare, essendo il Tar più facilmente addomesticabile da sinistra che da destra.
2. L’esclusione della Mussolini dal Lazio non è stata una mossa molto elegante da parte del Polo che in ogni caso ne pagherà lo scotto; e, se costerà comunque un mancato introito ad AS nel Lazio le fornirà, di sicuro, un aumento di consensi in tutte le altre regioni.
3. L’assenza dal Lazio falserà il bilancio del reale potenziale di AS; paradossalmente il non poter essere contata in una regione “forte” permetterà ad Alternativa Sociale di farsi valutare “in eccesso” rispetto al risultato, comunque probabilmente cospicuo, delle prossime elezioni, offrendole maggior poter contrattuale per le politiche del 2006. Sia con il Polo che con l’Unione.
4. Il problema centrale resta la carenza politica di una vera e propria classe dirigente in quasi tutte le componenti politiche. In quanto gli esiti elettorali che contrassegneranno certamente una regressione del centrodestra fronte ad una debolezza intrinseca ed evidente del centrosinistra saranno propedeutici ad un nuovo scenario al quale ci si dovrebbe preparare abbandonando le questioni di retroguardia e le piccole diatribe di fazione. Perché ciò avvenisse si dovrebbe, però, sormontare i complessi edipici e le tentazioni proustiane che rappresentano il fil rouge continuo del potenziale (ma mai in atto) pendant geometrico di Rifondazione.
Sarebbe dunque il momento di ragionare in termini positivi e non soltanto distruttivi e di rivalità
Noreporter Marzo 2005