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Abbiamo dedicato un’analisi al giorno al risultato elettorale e con questa ci ripromettiamo di chiudere. Dall’analisi critica alla critica costruttiva.



Un sistema articolato



Il bipolarismo comporta un totale cambio di rapporti tra movimenti, idee, autonomie e potere rispetto al proporzionale.
Chi ha un metodo (e quindi sicuramente i comunisti) lo applica: da chi ha un metodo si deve saper apprendere e mutuare (adattando, non copiando).
A sinistra esistono molti soggetti differenziati per composizione, indirizzo e ruolo. Semplificando abbiamo: Sinistra DS – Comunisti Italiani – Rifondazione e (come autonomie): disobbedienti, centri sociali, cooperative ecc.
Questi soggetti sono autonomi tra loro ma anche osmotici e operano secondo la legge dei vasi comunicanti; litigano, si scontrano ma si verificano su convergenze oggettive.



Per domani



Le forze dell’Area Non Conforme si sono impegnate soprattutto a colmare i vuoti mancanti da quest’altra parte dello scacchiere per la realizzazione di un sistema similare. Quelli per intendersi che non sono il rispettivo della sinistra DS (Destra Sociale) o di Rifondazione (Alternativa Sociale); tutti gli altri.
E questo tentativo che tutti coloro che hanno parametri marxiani e/o leninisti (ovvero quasi sempre osservatori di sinistra) hanno immediatamente colto e apprezzato (o temuto) è riuscito; al punto che il risultato raggiunto è stato ovunque positivo e in controtendenza. Non siamo stati identificati in ogni azione ma solo nelle operazioni Gerri e Guaglianone. In realtà le operazioni, più complesse, sono state più numerose. Ma, quando vinse lo scudetto allenando la Roma, Liedholm lasciò che i giornalisti lodassero la sua zona totale salvo spiegare, poi, che per un terzo del campionato aveva applicato la marcatura a uomo; e non disse dove e quando. Ci atteniamo.
Il problema, però, il grave problema, è la débacle dell’area rifondazionista (AS) che ha toccato la minima percentuale storica dell’estrema destra da sempre.
Sappiamo che le logiche clanistiche e l’autoreferenzialità che sono caratteristiche correnti nell’area faranno sì che molti godano di quest’insuccesso. Non è il nostro caso. Auspicavamo alla vigilia una forte avanzata di AS (Lazio escluso) e l’auspicavamo davvero, guardando in prospettiva.
Oggi la picchiata elettorale rischia di aver eliminato l’estrema destra da ogni entrata in gioco per diversi anni, a meno che non si verifichi uno scenario preciso che indicheremo più avanti. E questo è un disastro per tutti perché un (micro)sistema ha bisogno di tutte le sue componenti e l’equivalente di Rifondazione è indispensabile.



Non si può



Il suicidio di AS è avvenuto per diversi errori di valutazione.
Non si può incentrare tutto sulla sindrome del tradimento, sul rifondazionismo missino e sull’utilizzo di un cognome. Il voto di rigetto si ebbe dopo Fiuggi: AN perse ottocentomila voti e, in seguito, ne recuperò si e no centomila. Dopo Gerusalemme, quando ci si aspettava che i voti d’indignazione piovessero come manna sul deserto, AS strappò in tutta Italia si e no trentamila voti ad AN. Doveva essere sufficiente a capire che la tematica era inutile.
Non si può centrare tutto sulla polemica (anche un po’ morbosa) verso un solo partito; anziché recuperare da lì qualche voto incerto lo si frena: E da tutti gli altri contenitori non si acchiappa alcunché.
Non ci si può atteggiare alle vestali senza che si sappia quale sia il fuoco che si mantiene acceso.
Non si può, infine, scambiar lucciole per lanterne. Se la signora Mussolini viene votata per quel cognome non può illudersi di esser votata per se stessa e per le sue qualità né pensare di esser depositaria di un elettorato fedele: così si prendono enormi cantonate e si è visto.
Non si può, infine, puntare tutto solo su quel nome e sulla polemica con AN.
Forza Nuova in passato iniziò a radicarsi (colonie, Compra Italiano, battaglie contro la disoccupazione, contro le discariche) e crebbe. Si dovrebbe, in tal senso, tornare all’antico. Non è dal consenso che nasce il radicamento ma è dal radicamento che nasce il consenso.
Non si può, infine, liquidare (o ridimensionare) un marchio che paga, come la Fiamma il cui elettorato storico alle regionali ha quasi completamente disertato le urne o comunque rifiutato il voto alla Mussolini.



Si può



Si può ripartire dal buon senso. Innanzitutto la sigla più logica (perché più pagante per l’elettorato) è Fiamma – lista Mussolini
Le quattro componenti di AS (tre partiti e un movimento) dovrebbero, a nostro avviso, strutturarsi in correnti di un solo partito:
Frorza Nuova – Fronte Sociale Nazionale – Movimento Sociale e Libertà d’Azione.
Tutti insieme dovrebbero andare finalmente ad un congresso vero, programmatico ed esprimere un segretario che abbia comunicativa e cultura politica lasciando all’onorevole Mussolini esclusivamente la presidenza, pregandola di non dettare la linea del partito, di non orientarla a proprio piacimento e, soprattutto, di lasciar parlare qualchedun altro.
Il partito dovrebbe infine trovare un cavallo di battaglia politico: una forte affermazione o una forte negazione: essere riconoscibile in un tema di fondo.
Ma, prima di questo, almeno come priorità valoriale, si deve pensare al radicamento.
C’è, in tal senso, domenica 17 un test importante in Basilicata. Lì AS corre portando con sé  il radicamento popolare di Forza Nuova in Lucania e presentando il suo leader come candidato presidente. Se la percentuale si rivelerà migliore della media nazionale il dato sarà molto significativo.



Per quando



Una serie di errori clamorosi di gestione hanno inficiato ogni possibilità d’incidenza politica a breve termine, ragion per cui chi voglia rifondare il rifondazionismo deve puntare alle provinciali del 2008 e alle europee del 2009.
Se si fosse proceduto altrimenti (o se il Consiglio di Stato non avesse riammesso le liste nel Lazio e a Milano), coprendo le carte e bluffando ci sarebbero state ancora chances per le politiche. Ma un’estrema destra ingombrante, antiamericana e spacciata per antisemita che non arriva all’1% sul territorio nazionale non ha attrazione né potere contrattuale con altri soggetti.
A meno che.
Ameno che la resa dei conti non spacchi la CdL che può arrivare divisa alle prossime consultazioni. L’alleanza “popolare” AN-democristiani potrebbe indurre il Cavaliere a lottare da solo e con tutte le forze disponibili. Questo potrebbe riaprire a sorpresa le porte all’estrema destra. Ma quest’ultima dovrebbe andare a competere in un polo laico, con la Lega e la Bonino, mano nella mano con gli abortisti. E, per farlo, dovrebbe avere una dirigenza solida e un elettorato preparato. Per il quale obiettivo c’è da correre.
Quest’ipotesi è fantapolitica ? Non necessariamente.



Intanto



Queste considerazioni valgono per chi senta la vocazione, l’indole, a schierarsi nel teatro della politica sui parametri che competono a Rifondazione. Per chi, come il sottoscritto, questa vocazione, quest’indole, questa propensione non ha, esistono altre azioni da fare (non opposte, alternative, concorrenziali ma o g g e t t i v a m e n t e complementari). Tra le quali la realizzazione non solo di una trasversalità destro/radicale ma di una seconda trasversalità di tipo sociale incentrata sul Mutuo Sociale e sul Bilancio Partecipativo. E, ovviamente, l’ulteriore sviluppo della metapolitica e della formazione.
Ma da soli è possibile farsi la barba e basta. Ecco perché c’interessiamo, e tantissimo, della ripresa di quanto viene già dato per morto. Perché lo vogliamo vivo.

In precedenza su noreporter questi brani sulle elezioni:

2 aprile: Quel voto (in)utile
5 aprile: Questo voto c’insegnerà qualcosa ?
6 aprile: Patatrac
7 aprile: La piccola Baviera




 

 

Noreporter Aprile 2005