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Scritto da corriere.it

Martedì 22 Dicembre 2015 00:04


 

La Capitale è sommersa dai debiti

 

 

 

 

Sono quasi 150 mila le richieste accettate da Equitalia di rateizzazione dei debiti presentate fra il 2008 e oggi dai cittadini romani, a cui si aggiungono le oltre 106 mila di aziende, ditte individuali, possessori di partite Iva e enti vari, per un ammontare complessivo di quasi 3,5 miliardi di euro di somme dovute. Nel Lazio, invece le istanze dei cittadini accolte sono oltre 218 mila e 166 mila quelle di aziende e persone giuridiche, per un totale di 4,5 miliardi di debiti. Sono questi alcuni dei dati diffusi dalla società di riscossione di tributi, contributi e sanzioni, controllata da Agenzia delle Entrate (51%) e Inps (49%). Nell’anno in corso, a Roma è previsto un incasso di rate per 700-800 milioni di euro.
Proprio ieri, intanto, Equitalia ha annunciato la tregua natalizia per i debitori: dal 24 dicembre al 6 gennaio è sospeso l’invio di cartelle e atti, «con l’eccezione dei casi inderogabili» (cioè delle procedure a rischio di decadenza o prescrizione dei termini). Nella Capitale, dove in media vengono spedite 35 mila cartelle a settimana (oltre un milione e 800 mila all’anno), nel periodo di moratoria è prevista la spedizione in tutto di 4 mila cartelle, perlopiù rivolte ad aziende dotate di Pec (Posta elettronica certificata). Lo stop alle cartelle per le festività è stato voluto dall’amministratore delegato Ernesto Maria Ruffini come dimostrazione di «attenzione verso imprese e famiglie con cui stringere un nuovo Patto perché il recupero dei crediti e dell’evasione sono fondamentali, così come lo è poter avere gli italiani al proprio fianco».

Lo strumento della rateizzazione viene utilizzato o comunque avviato dai debitori più o meno nella metà delle contestazioni che Equitalia invia per conto di circa 5 mila creditori (dall’Inps all’Agenzia delle Entrate, dagli Enti locali ad aziende a partecipazione pubblica) e che riguardano contributi previdenziali non versati, imposte nazionali o locali non pagate o anche multe stradali o sanzioni amministrative.

Le rateizzazioni a Roma rappresentano l’8,4% del numero totale approvate in Italia ed il 13,6% degli importi dilazionati su tutto il territorio nazionale. La Città eterna è dunque anche la Capitale dei debiti. Delle procedure avviate, l’8,9% riguarda importi inferiori ai 5 mila euro, il 26,8% cartelle per un valore complessivo compreso fra i 5 mila e i 50 mila euro e il 64,3% esposizioni superiori ai 50 mila euro. Solo il 3,5% dei debitori ha chiesto dilazioni per una durate inferiore ai 12 mesi, mentre la grande maggioranza, il 57,9%, ha chiesto di spalmare i debiti in 6 anni, mentre quasi il 20% ha presentato la domanda per rateizzazioni superiori i 6 anni. Per quanto riguarda gli importi, l’83,9% riguarda aziende e partite Iva, mentre solo il 16,1% è a carico di persone fisiche (con un importo medio dei debiti è di 3.781 euro).

Il trend del ricorso alla rateizzazione, secondo quando trapela da Equitalia, è in crescita negli ultimi anni, sostanzialmente per due motivi: c’è una maggiore consapevolezza della sussistenza dei debiti (e quindi della necessità di pagarli) e le procedure sono diventate più semplici e in arrivo ci sono ulteriori facilitazioni per quanto riguarda le procedure: «Ad oggi circa la metà dei debiti dei contribuenti vengono pagati attraverso lo strumento della rateizzazione - spiegano da Equitalia - per poco più di 30 miliardi di euro. A testimoniare che è possibile trovare soluzioni positive per tutti, e in particolare per chi ha difficoltà. Tra poche settimane sarà possibile eseguire tutte le operazioni attraverso il sito istituzionale di Equitalia, così come saranno meno complesse procedure e passaggi amministrativi. Tutto per rendere più facile dialogare con i cittadini e rendere più semplice sanare le singole posizioni».

Nonostante l’impegno di Equitalia, secondo i consumatori e secondo molti Caf che assistono i contribuenti, persiste però per quanto riguarda le cartelle esattoriali in alcuni casi un livello di complessità che non rende comprensibile la richieste inviate ai debitori. Inoltre, secondo le associazioni dei consumatori, non sempre le richieste notificate sono effettivamente da pagare perché possono riguardare somme relative a procedimenti decaduti o prescritti.