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29/12/2015 | Giuseppe Comper (secolotrentino.com)

 

 

Che la dà sì ma ad altri

 

 

 

 

“Perdonare i terroristi spetta a Dio, a me spetta mandarceli“. Questa è solo una delle innumerevoli ed epiche citazioni improbabili attribuite al Presidente russo Vladimir Putin che da un po’ di tempo circolano viralmente in rete. Questa in particolare è già stata smentita dal sito bufale.net.
C’è da chiedersi allora come mai gli italiani sentano la necessità morbosa di mettere sul piedistallo l’ennesimo leader estero, anche a costo di inventarsi notizie del tutto false. E’ il caso di tre specifiche dichiarazioni messe in bocca con forza al Presidente Putin, in cui egli parla in particolare dell’Italia: “L’Italia è un grande Paese con un grande popolo, ma è governato da incapaci schiavi dell’Europa“, bufala già smentita da Giornalettismo; “L’India dovrà restituire i Marò all’Italia oppure dovrà vedersela con me“, falsità già smascherata sempre da Giornalettismo; e per ultima la più recente: “Se l’Italia uscisse dall’Europa troverebbe nella Russia un fedele alleato“, citazione inventata smontata dal sito butac.it.
La domanda sorge allora spontanea: come è nato il mito di Putin, e per quali motivi il popolo della Rete ha voluto incensare il Presidente russo come nuovo leader mondiale, simbolo di difesa delle tradizioni occidentali e di rigore morale?
Fabio Brinchi Giusti nel suo blog Parlare con i limoni, riportato da Linkiesta, ha già parlato in maniera completa ed esaustiva del mito che s’è venuto a creare attorno alla figura di Putin. Egli sembra infatti compensare un vuoto nella società italiana, incalza perfettamente il ruolo del “leader forte che combatte i terroristi islamici e l’egemonia statunitense nel mondo”. E dalla tenacia con cui Vladimir Putin tiene testa alle grandi potenze mondiali il passo è breve per passare alla creazione di un idolo quasi leggendario: Putin diviene così punto di riferimento incontrastato sia a Destra che a Sinistra, politico amante del suo popolo che combatte contro le ingiustizie, paladino senza macchia e senza paura, nonché ferreo difensore di moralità ed etica. E poco conta se tale mito si è creato attorno a notizie infondate.
Ma nella realtà dei fatti Vladimir Putin cosa ne pensa dell’Italia e degli italiani? Sicuramente è celebre l’amicizia diplomatica che lo lega all’ex-Premier Silvio Berlusconi, ma fino ad ora il Presidente russo non sembra aver lasciato trapelare alcuna dichiarazione in merito al Bel Paese. Il motivo è detto fatto: l’Italia non conta quasi nulla dal punto di vista internazionale, e quindi Putin non perde tempo a considerare la nostra piccola penisola. Certamente non sarebbe contrario ad una possibile alleanza italo-russa, ma è altrettanto sicuro che non ha mai chiesto all’Italia di abbandonare l’Unione Europea per gettarsi tra le braccia della Russia. E a che pro? Storicamente gli italiani sono un popolo di traditori in periodo bellico, ed in un momento tanto delicato dal punto di vista diplomatico il Presidente russo non può permettersi alcun errore – tra il mondo occidentale che ha dichiarato guerra allo Stato islamico, la tensione creatasi tra Obama e Putin, ed infine l’ambiguo ruolo della Turchia.
Ma ciò su cui è necessario ragionare è: perché gli italiani devono sempre prendere in prestito un leader dall’estero? Vero è che personalità forti italiane ce ne sono state veramente poche, forse che si possono contare sulle dita di una mano (da Camillo Benso Conte di Cavour a Benito Mussolini, da Alcide De Gasperi a Bettino Craxi). Quindi è probabile che sia la mancanza di personaggi carismatici sul piano internazionale a sconfortare il popolo italiano, lanciandolo alla disperata ricerca di un modello straniero da imitare.
Tuttavia riconoscere i meriti di una figura politica straniera e inventarsi bufale sul suo conto divinizzandola sono due cose completamente differenti: in particolare, nel secondo caso non si fa altro che aggravare questa situazione di vuoto, illudendo gli italiani d’essere amati da qualcuno che in realtà non li considera affatto. E’ crogiolarsi in un sogno, meraviglioso e mistico ma pur sempre fasullo. Forse prima di innamorarsi perdutamente dell’ennesimo leader straniero, il popolo italiano dovrebbe svegliarsi da questo affascinante torpore ed affrontare la dura realtà, riacquistando un minimo d’amor proprio.