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21/01/2016 | ansa

 

 

 

L'Italia arranca anche di notte

 

 

 

 

In Europa nessuno lavora meno di noi durante la notte. In Italia solo il 13,1% degli occupati (circa 3 milioni di addetti) si reca in fabbrica o in ufficio e timbra il cartellino nelle ore notturne (dalle 22 alle 5) almeno una volta al mese. La media Ue, invece, si attesta al 19,1%, mentre in Germania la quota di lavoratori notturni si attesta al 16,4, nel Regno Unito al 21,7, in Spagna al 21,9 e in Francia al 22,5.
Lo rileva Cgia che ha elaborato i dati Eurofound (2015). Tradizionalmente i più interessati dal lavoro notturno sono le attività che prevedono il pieno utilizzo degli impianti, i giornalisti, i tecnici della comunicazione radio e Tv, i tipografi, gli addetti ai trasporti pubblici-privati e alla manutenzione delle grandi opere viarie, i netturbini, il personale medico e infermieristico occupato negli ospedali, la vigilanza, le forze dell'ordine, gli allevatori di bestiame, i pescatori, i lavoratori dei mercati ortofrutticoli e ittici all'ingrosso, i bar, i ristoranti, i night club e i locali di pubblico spettacolo, i call center e i centri di elaborazione dati.