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26/01/2016 | ilsole24ore

 

 

La Moldavia sfida Mosca

 

 

 

«Una bomba a orologeria innescata», l'aveva definita sull'Economist Alina Inayev, di Black Sea Trust. Ai confini dell'Unione Europea, la Moldavia sprofonda in una crisi che rischia di mettere ulteriormente alla prova i rapporti tra Mosca e Bruxelles. Una crisi riaccesa dall'insediamento di un nuovo governo, sponsorizzato dai cosiddetti partiti filo-europei ma già accusato di corruzione nel Paese più povero d'Europa, incuneato tra Romania e Ucraina. E, come quest'ultima, intrappolato nel confronto tra un'anima che vorrebbe avvicinarsi all'Europa e quella che torna a guardare al mondo a cui la Moldavia apparteneva, nell'Urss.

Ma più che l'ideologia, il confronto tra filo-russi e filo-europei in Moldavia sembra nutrirsi di interessi e affari. A riportare sulle pagine dei giornali una crisi che si trascina da mesi - culminata in autunno nell'arresto di Vlad Filat, tycoon e primo ministro tra il 2009 e il 2013, coinvolto in uno scandalo di banche e corruzione che ha visto svanire oltreoceano un miliardo di dollari, pari a più di un ottavo del Pil moldavo - è stata in questi giorni la rivolta contro il nuovo esecutivo che prende il posto del governo - filo-europeo - che in ottobre aveva perso la fiducia. Ma anche il nuovo premier Pavel Filip è già nell'occhio del ciclone per gli stretti legami con il primo oligarca di Moldavia, Vlad Plahotniuc, arcirivale di Filat.

Alle manifestazioni di protesta di giovedì hanno partecipato fino a 10mila persone, marciando nel gelo fino al Parlamento di Chisinau, la capitale, protetto dopo gli scontri del giorno prima da sei cordoni di polizia. “Siamo stati imbrogliati - accusa Andrei Nastase, il leader dell'opposizione -. Hanno calpestato la democrazia, le libertà, i diritti umani e la legge”. La notte prima, frettolosamente e in segreto, il Parlamento aveva dato il via libera al nuovo governo, ora l'opposizione chiede di tornare alle urne: “Tutto questo - spiega Nastase - avviene perché il primo oligarca di Moldavia, Vlad Plahotniuc, la sta usurpando”. “Plahotniuc, non dimenticare che la tua casa è la prigione”, gridavano i dimostranti. “Abbasso i ladri e il governo illegale!”, aggiunge un altro leader dell'opposizione, Renato Usatii, assicurando che le proteste non si fermeranno. Negli scontri di mercoledì, quando la polizia ha risposto all'assalto al Parlamento con granate fumogene e bastoni, 31 persone sono rimaste ferite, tra loro 27 agenti.

Dopo aver incontrato alcuni leader della protesta Andrian Candu, presidente del Parlamento, ha dichiarato che non ci sono ragioni sufficienti per andare a elezioni anticipate, e ha invitato tutti a dare al nuovo governo una possibilità di lavorare. Cosa auspicata anche dal presidente moldavo, Nicolae Timofti: “Spero che il governo possa lavorare pienamente e con competenza in questa situazione difficile, dopo un lungo periodo di instabilità”, ha dichiarato dopo aver raccolto il giuramento del nuovo esecutivo. Il suo stesso portavoce ha però rassegnato le dimissioni dopo aver visto anticipare la cerimonia del giuramento, perché non fosse pubblica.

Da Mosca Dmitrij Peskov, il portavoce di Vladimir Putin, ha invitato tutte le parti a rispettare la legge e ad astenersi dalla violenza, invito rivolto anche dall'ambasciata americana in Moldavia, che ha però chiesto alle autorità di affrontare immediatamente le preoccupazioni dell'opposizione. Anche in Moldavia, come in Ucraina, a provocare l'irritazione della Russia è stata la firma, nel 2014, di un Accordo di associazione alla Ue che il Cremlino considera pericoloso per i propri legami commerciali con la Moldavia: dove il 78% della popolazione è di etnia rumena, mentra il 14% si divide tra russi e ucraini. La corruzione e l'instabilità associate ai partiti filo-europei rischia di lavorare a vantaggio dei filo-russi, in un Paese che peraltro ha già visto la sua parte orientale oltre il Dnestr - la Transdnistria - proclamare una separazione sostenuta dai russi.

Il confronto con Mosca è salito di tono venerdì per il rifiuto delle autorità moldave di concedere il visto di ingresso a un gruppo di giornalisti russi. Decisione che “possiamo accogliere solo in modo estremamente negativo - ha detto Peskov -, perché consideriamo inaccettabile ogni limitazione della libertà di parola e di lavoro dei mezzi di informazione di massa”. Sfortunatamente, ha osservato Peskov, “siamo già stati testimoni di precedenti simili nella vicina Ucraina”.

 

Per portare aiuto all'economia la Moldavia - dove lo stipendio medio è pari a 200 dollari al mese - sta negoziando nuovi aiuti con il Fondo monetario internazionale, e la mancanza di un governo stabile non aiuta certo le sue prospettive. “Non vedo i vantaggi di un governo Filip, mentre ci sono molti lati negativi - spiega all'agenzia Reuters l'analista Nicolai Tveatkov -. E' stato approvato senza alcun sostegno popolare, è provvisorio e non si può pensare che porti stabilità”.