02/02/2016 | corriere.it
Il colmo è che lo dicono in Usa mentre qui siamo schiavi volontari di tutto
Il casco in moto salva la vita. Ad un motociclista italiano, tedesco o francese non si può raccontare niente di più scontato. A quanto pare, però, per quelli statunitensi non è così. Ultimo stato americano in ordine di tempo ad aver abrogato la legge che ne obbligava all’uso è il Michigan dove è stata determinante anche la spinta dell’Ama (American motorcyclist association). Quindi governo nazionale e motociclisti a braccetto lungo una strada senza criterio se non quello della libertà assoluta, anche contro il buon senso. Difatti, negli ultimi decenni, uno dopo l’altro, molti stati hanno scelto di cancellare l’obbligo del casco ed oggi sono solamente 20 quelli che lo impongono a tutti. Altri stati lo prescrivono solo ai minori di 18 anni. In Illinois e Iowa di obbligo non se ne parla nemmeno. Il Michigan, invece, nel 2012 ha deciso di renderlo obbligatorio solamente per i motociclisti con meno di 21 anni e per chi non ha un’adeguata polizza sanitaria.
Dunque, sembra che si riduca tutto a questo, ad un conto sui servizi sanitari: se paga lo stato metti il casco, se paghi te sono affari tuoi. Possibile? Potrebbe essere questo a spiegare la differenza fra le scelte europee e statunitensi. D’altra parte, i dati degli incidenti di questi ultimi 3 anni chiariscono bene cosa significhi viaggiare senza casco e non è nemmeno necessario perdersi in difficili statistiche: in questi tre anni, sono quadruplicati i morti già sul luogo dell’incidente e triplicati quelli deceduti poi in ospedale. Fra i motociclisti arrivati in ospedale dopo un incidente senza casco, il numero è passato dal 7% al 28%; il 10% dei senza casco è morto contro il 3% fatto registrare da chi, invece, lo indossava. Fra i piloti deceduti, invece, sul luogo dell’incidente, si è passati dal 14% precedente all’abrogazione della legge al successivo 68%.
Numeri chiarissimi. Eppure sono stati i motociclisti stessi – tramite la loro associazione – a spingere per l’abrogazione di una norma che durava da 35 anni. In favore di cosa? Forse della libertà di cui hanno fatto una bandiera? Talmente importante da diventare anche libertà di morire sull’asfalto. È tutta vostra.