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Società

11/01/2016 | Gabriele Adinolfi

 

Una lezione e uno spartiacque

 

Le aggressioni in branco alle femmine di Colonia, di Amburgo, di Salisburgo, di Helsinki, e chi più ne ha più ne metta, possono rappresentare un salutare spartiacque.
Dubito francamente che si sia trattato di un fatto inedito: sono convinto che sia ormai endemico e ripetuto nei luoghi e negli anni. Se se ne è parlato solo ora è perché i tedeschi hanno tolto il consueto velo di censura che da tempo immemore copre questi misfatti.

Premesso che per me sinistra e destra (ammesso che esistano ancora) si differenziano davvero in poco e che il marciume partitocratico e democratico mi fa schifo in sé, questa capacità di deformare le notizie è straordinaria.
Tra gli arrestati di ieri almeno 40 su 44 sono politici di sinistra. Le cooperative sociali che hanno dipanato la piovra romana sono di sinistra, da ambienti di sinistra è emerso Buzzi che appare come l'uomo decisivo perfino nelle ricostruzioni più ardite che tendono a far ruotare tutto su Carminati.

Le elezioni non servono a nulla. Nel senso del cambio della guardia: ché tra grigio e grigio distinzione non c’è. Nel senso della politica nazionale, estera, finanziaria, economica, sociale; ché è decisa in alto luogo da poteri forti poiché la sovranità non esiste più. Men che meno nel bipolarismo.

Le elezioni servono a molto. Nel senso del delineare le squadre di chi amministra il potere (togliendo alle autonomie gli spazi in modo più o meno sistematico); nel senso di permettere o impedire a  una maggioranza bulgara d'imporsi localmente o su scala nazionale; nel senso di dare messaggi più o meno forti che possano poi influire – qualora esista una maturità politica (chimera ?) – a modificare i rapporti di forza nel futuro.

Durante l’intervallo della gara di Champions League Roma-Dinamo Kiev l’arbitro svedese Frisk è stato colpito alla fronte da un accendino ed ha dovuto sospendere la partita perché non più in grado di continuarla. I tifosi erano esasperati per atteggiamenti che avevano ritenuto provocatori e perché memori dei referti a senso unico compilati dallo stesso arbitro al termine di un famoso Roma-Galatasaray.

Il mondo intero si è potuto render conto del significato profondo dello slogan “scontro di civiltà” così come lo intendono gli alfieri del Pentagono e di Wall Street.

Prigionieri seviziati, umiliati, e ripresi tra i lazzi e i volgari sogghigni degli aguzzini (e delle aguzzine) impegnati a confermare urbi et orbi quanto verace sia il detto “non esiste peggior tiranno di uno schiavo con la frusta in mano”.

Il Terrore e lo Spettacolo.

Viene inscenata in questi giorni una risibile e patetica sequenza di manifestazioni di piazza contro il terrorismo. In questa farsa, gli sceneggiatori mediaset e quelli ulivastri fanno a gara nell’attribuirsi il merito della miglior organizzazione di quanto, non solo è inefficace, ma rientra appieno nel copione stragista.