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Due anni e mezzo esatti dopo le Twin Towers ed il Pentagono, in una data che, forse, ha una sua chiave simbolica, ancora una volta l’11, l’Europa ha subito un atroce attacco terroristico.

Quel che si cela dietro l’orrore di Madrid non lo sapremo forse mai.

Alcune considerazioni però s’impongono.

 

 

GUERRA e DINTORNI: tra omologazione e rivoluzione
di Gabriele Adinolfi



2/ Ma lo scontro tra i potenti ci offre un’insperata opportunità

 



La tragicommedia mondiale prosegue imperterrita.
Quintali di bombe intelligenti  devastano città ed altopiani afgani; ma noi siamo tranquilli perché, a parte qualche effetto collaterale come ad esempio il bombardamento effettuato sulla Croce Rossa, i top gun non colpiscono obiettivi civili; d’altra parte come potrebbero ?  Gli arabi ed i musulmani sono tutti incivili… 

 

GUERRA e DINTORNI: tra omologazione e rivoluzione
 

di Gabriele Adinolfi



1/ A globalizzarci saranno i Telebani ?



La guerra in corso favorisce o meno il processo di Globalizzazione ?
Ecco un quesito che sicuramente ci interessa, ma per potergli dare una risposta dobbiamo innanzitutto discernere e puntualizzare.

 

 

Nostalgia di protagonismo, di partecipazione, di azione.
Nostalgia dei tempi in cui si affermava il proprio destino; o ci si illudeva di farlo.
A questo possiamo riassumere tutti i singulti politici, con tanto di presenza in piazza, che hanno accompagnato ed accompagnano la telenovela afgana.
E’ difficile arrendersi all’evidenza, al tempo stesso così complessa e semplice, così arida e spietata: l’evidenza del fatto che non contiamo nulla.

 

QUANDO NEW YORK VA IN FUMO

di Gabriele Adinolfi





Sono in molti a pretendere che dopo quanto è avvenuto l’11 settembre nulla sarà più come prima.
Questa tesi può sembrare ridicola ma, spurgata delle banalità qualunquistiche e servili di chi la va gridando ai quattro venti, forse risponde proprio alla verità.
Le Torri che troneggiavano rivolte ad oriente, novelle ed atipiche colonne d’Ercole, erte a simboleggiare non i confini del mondo ma la potenza imperiale americana, sono venute giù attaccate via aria, ovvero attraverso l’elemento proprio al segno zodiacale dell’Acquario, nella cui era si è appena avviata a vivere l’umanità.

 

Fascetta: Siamo tutti Americani ?



Noi, tra America e Europa

Per decenni l’America ha rappresentato la nostra “isola che non c’è”, il gigante
buono che si ergeva a difendere la nostra libertà.
Ma si trattava di un gigante malato, che oggi fa i conti con una crisi d’identità
e con un futuro assai incerto.
Possiamo allora sperare di emanciparci della tutela americana, di liberarci dal
suo imperialismo culturale ed esistenziale ?
Possiamo divenire Europei ?

di
Gabriele Adinolfi



I recenti avvenimenti sanguinosi e spettacolari di Washington, New York, Kabul e Tora Bora hanno catturato l’interesse della pubblica opinione in maniera esclusiva.
L’affronto subito dagli Americani ha colpito davvero tutti; ammesso poi che il verbo subire sia adeguato agli eventi e che a sabotare le Twin Towers ed il Pentagono non siano state invece alcune fazioni locali, impegnate in una  lotta intestina senza quartiere.

 

Fascetta: Leggiamo gli eventi



Noi, la Palestina, l’Imperialismo:

un glossario critico



La determinazione di un popolo oppresso.
Le specificità dei colonizzatori: come i proletari e i reietti delle singole  comunità
 ebraiche si sono  trasformati in tiranni per colpa di un’utopia.
La Terra Promessa e l’ideale multirazziale, cause dell’orrore, in USA come in Medio Oriente.
La parodia imperiale americana ha più da temere dalle periferie calde o
dal rischio di una rivoluzione spirituale ?
 

di
Gabriele Adinolfi



1.    I protagonisti della questione palestinese

Palestina

Palestina, un’autentica passione.

 

Fascetta: la questione latinoamericana

 

 

Don’t cry for Argentina

 

L’Argentina significa molto per noi.

Per  legami di sangue e di storia, per profonde motivazioni ideali e politiche, perché la sua tragedia è il frutto di politicanti incapaci e corrotti ed il risultato della dittatura dei finanzieri. Perché, infine,  proprio da questa Nazione può riprendere vita la politica intesa come partecipazione e come autodeterminazione.Ecco perché la sua tragedia può rivelarsi in qualche modo benefica

 

di Gabriele Adinolfi

 

 

Se ne parla poco, con pudore, con imbarazzo. D’altra parte come si fa a dire che uno dei Paesi più ricchi della terra è sprofondato in un pozzo senza fondo ?

Come si fa a spiegare che due Argentini su tre hanno grosse difficoltà economiche, che uno su due è povero e uno su sette è letteralmente miserabile ?