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Il doppio No di Francia e Olanda alla Costituzione europea ha messo in evidenza parecchi atteggiamenti, molte prese di posizione che la dicono lunga e non possono non preoccupare chi abbia a cuore il proprio avvenire così come la continuità del fil rouge del suo eccezionale passato.
Da ambo le estreme (una volta tanto unite: almeno questo è un buon segno) c’è stato un tentativo di appropriazione indebita del voto.
L’estrema sinistra sostiene che abbia vinto una volontà sociale, l’estrema destra che abbia prevalso la fierezza nazionale. Eppure, messe insieme, esse arrivano al 20-25 % in Francia e a punteggi da prefisso telefonico nei Paesi Bassi.

Attenzione. La vittoria del No in Francia ha i suoi aspetti positivi ma anche i suoi lati negativi. E, soprattutto, la retorica estremodestra di sciovinismo antieuropeista rischia di offrire a quest’evento una lettura doppiamente distorta.

In quanto molti dei leaders del NO sono per un cambio di costituzione e contrari all’ingresso della Turchia nell’UE, ma non sono affatto, per fortuna, “contro l’Europa”. Ragion per cui il felicitarsi della Francia presentandocela come abbarbicata alla difesa di privilegi passati e nemica della nostra unica speranza di sopravvivenza e di rinascita, oltre ad essere politicamente inquietante non corrisponde al vero.

A voler fare i dietrologi si finisce col divenire paranoici e proveremo a smetterla.

Anche se non possiamo esimerci dal notare come gli ordigni esplosivi sulla ferrovia francese siano riapparsi poche ore dopo che Chirac si era detto contrario all’istituzione dell’FBI europea e come i presunti colpevoli siano stati poi tempestivamente arrestati  immediatamente dopo la sua marcia indietro.

Con notevole ritardo e a toni tutto sommato poco elevati, si è aperto il dibattito riguardo l’entrata in vigore del mandato di cattura europeo.

Dettato da poche menti perverse e accolto frettolosamente da tante intelligenze superficiali e distratte, questo provvedimento è ben più che pericoloso: è letale.

Non a caso, infatti, la Magistratura ha emesso nei suoi confronti parere d’incostituzionalità.

Mi auguro di non essere uccello del malaugurio e spero di limitarmi a gridare al lupo.

Tuttavia qualcosa m’intriga e temo che una campagna di attentati falsamente islamici ma sostanzialmente pro-atlantici sia sul punto di poter nascere in Europa.

Perché dico questo ? Semplicemente perché la Francia e la Germania si oppongono all’attacco angloamericano dell’Iraq e, per giunta, le stesse opinioni pubbliche angloamericane sono contrarie all’avventura bellica.

Venerdì scorso Euronews ha teletrasmesso da Parigi un’immagine spettacolare e significativa. I ministri degli esteri francese, russo e tedesco si sono presentati alla stampa al termine della loro riunione tripartita, stringendosi le mani in maniera assai significativa. Villepin, al centro, offriva la destra al suo omologo russo e la sinistra al collega germanico ed in questa maniera singolare i tre procedevano incontro ai giornalisti, praticamente allacciati tra loro in un’immagine suggestiva che rimandava al simbolico “entrelas” bretone.

Ancora a proposito di Le Pen. 
Mercoledì scorso su Rinascita veniva pubblicata una critica feroce al leader francese, accusato di liberismo, xenofobia e razzismo da della Torre di Valsassina.
Rispetto le opinioni di Valsassina ma mi permetto di contestarle in quanto sono molto teoriche e, sicuramente per carenza di conoscenze dirette, offrono del fenomeno lepenista uno spaccato deformato e privo di sostrato reale: il medesimo che ne danno i media di sinistra e quelli, appunto, liberisti.
Domenica scorsa, la prima pagina di Rinascita metteva giustamente l’accento sulla progressiva affermazione di quel fenomeno politico che viene definito come “nazionalista”.
Il termine, ovviamente, sta un po’ stretto ed è puramente convenzionale.
Che questa progressione sia in atto non è assolutamente in discussione. Anzi, potremmo dire che lo è sin dalla metà degli anni ottanta, ovverosia da prima ancora della caduta del Muro di Berlino.