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Durante l’intero mese di agosto è continuata la guerra dei veleni.

La tragicommedia di Genova è servita alla sinistra per rifarsi il trucco e per far di nuovo leva sulla Magistratura, impiegata e schierata contro Polizia e Carabinieri.
Una sinistra all’opposizione (in particolare quella di matrice democristiana), forte della copertura internazionale, potrebbe cadere nella tentazione di far lievitare le tensioni.

Lo scopo: quello di interrompere una serie di relazioni dettate da amicizie, filiazioni ideologiche o affinità elettive che vanno dalla periferia al centro; questo per evitare che accada a destra quel che è avvenuto a sinistra, ovvero che si costituisca un réseau naturale per vasi comunicanti in grado di incidere anche in minima parte sulla società. Una scelta politica che le varie componenti comuniste (dai DS ai centri sociali) ed i democristiani del Ppi, dell’Udeur e di Andreotti già hanno lasciato intendere che vorranno perseguire.
IL 7 aprile di ventidue anni fa aveva inizio, contro Autonomia Operaia, quella vasta campagna di epurazione e di repressione chenel giro di quaranta mesi avrebbe riempito le patrie galere di migliaia di giovani condannati a pene pesantissime.

Nell’anniversario di quella prima retata la situazione non si è ancora normalizzata.
Un ordigno inesploso a Roma, in via dei Sabini, si viene ad aggiungere ad una lista che va dall’attentato non riuscito tra le guglie del Duomo di Milano (ispirato dal film satirico ‘Vogliamo i colonnelli’ ?) a quello dimostrativo commesso nei locali romani de ‘Il Manifesto’.

O troppo o niente. Abbiamo vissuto più di trent’anni come cittadini di serie B, come individui dannati, privi di qualsiasi diritto e credibilità. I nostri morti ? Seppelliti alla chetichella mentre altri brindavano. I Nar ? Dei criminali comuni mentre le BR erano dei combattenti per la giustizia sociale un po’ troppo presi dall’utopia. Non ci fu mai resa giustizia. “Le diable marche avec nous !” avremmo potuto tranquillamente cantare. E, in tanta disparità, in tanta follia, memori del linciaggio contro di noi, facemmo a lungo quadrato, tanto che ancor’oggi rendiamo omaggio dignitoso ai nostri Caduti in quello spirito che Marco Palladini (il rosso di “Rossi e neri”) chiama con ammirazione tanatofilia.

 

Il papa è in coma, la campagna elettorale si ferma. Questa è stata la decisione presa dal governo in rispetto delle probabili ultime ore del pontefice e in preparazione dell’imminente lutto.

 

 

Onore e vergogna

Osvaldo Valenti e Luisa Ferida furono assassinati trent’anni fa per ordine di un  futuro Presidente della Repubblica che sarebbe stato osannato da Giorgio Almirante.

Da Roma partono due notizie apparentemente contraddittorie. L’ordine di arresti domiciliari per il consigliere “disobbediente” Nunzio D’Erme con l’accusa di “rapina aggravata” (ovvero gli “espropri proletari” consumati in un supermercato e nella Libreria Feltrinelli) e la decisione della giunta di Veltroni di dedicare una via a Giorgiana Masi, studentessa assassinata ventott’anni fa durante un corteo.