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Storia

Non c’è solo Pannella, il professionista: c’è anche chi ci crede davvero e si batte con coraggio.

È il caso di Bruno Berardi, figlio di Rosario, un maresciallo di PS che fu ucciso con sette colpi di pistola esplosi dalle Brigate Rosse mentre aspettava l’autobus a Torino il 10 marzo 1978.

Paolo, Ugo, Redazione,
consentitemi di replicare al vostro commento in margine al mio articolo “Il caso Battisti”. Voi sottolineate che il Battisti non è ricercato per reati associativi ma per fatti di sangue dei quali sarebbe opportuno sia chiamato a rispondere e considerate altresì che la mia lunga latitanza mi abbia in qualche modo reso eccessivamente ma comprensibilmente solidale per chi abbia vissuto un’esperienza analoga alla mia.

Pochi giorni fa ricorreva il venticinquesimo anniversario del più vasto blitz repressivo italiano. Il 7 aprile

1979 veniva scompaginata l'area dell'Autonomia: centinaia e centinaia di arresti cui si sommavano

centinaia di fuggiaschi che sceglievano l'espatrio clandestino.

Che Abù Abbas sia stato assassinato nel carcere iracheno in cui si trovava sequestrato dagli americani non è assolutamente certo, anche se è quantomeno lecito nutrirne il sospetto.

Che colà si violi quotidianamente ogni diritto umano e ogni dignità, così come accade a Guantanamo, è fuori discussione.

Sabato notte è stato dato l’annuncio della cattura di Saddam Hussein ad opera di un commando americano rinforzato da elementi curdi. La cattura è stata esaltata via etere in tutto il mondo nel più classico stile hollywoodiano, uno stile che tanto ricorda quello delle videocassette contraffatte, e tra l’altro montate palesemente in modo maldestro, di Osama Bin Laden. Di Saddam abbiamo così visto delle immagini volutamente avvilenti (lo stile dei servi che comandano il pianeta, la loro ostilità verso la dignità umana sono vergogne a tutti ben note da sei decenni). Immagini filmate mentre subisce una visita medica, prima con barba finta e poi privo di essa. Del blitz abbiamo due immagini storiche: una ripresa sfocata di un edificio isolato e le punte degli scarponi del cameraman (pensate un po’ !) che attesterebbero l’autenticità delle immagini (senza parole). Per corollario una turba di una quarantina di presunti iracheni festanti. I quali, evidentemente, sono indietro di oltre quindici anni visto che sono i soli, oggi come oggi, a sventolare ritratti di Khomeini…

L’azione diplomatica congiunta di Francia e Germania, cui si è aggiunto il Belgio ha trovato il sostegno che Putin ha manifestato alla “vecchia Europa” scegliendo con polemica ironia la stessa formula sprezzante con la quale Bush aveva bocciato l’intesa tra Parigi e Berlino.

La richiesta dell’invio di Caschi Blu da una parte ed il veto di allargare gli interventi della Nato a difesa della Turchia, dall’altra sono altri segnali importanti che hanno fatto innervosire l’Amministraziona americana.

Sono tornati all’ordine del giorno i servizi segreti. Ferrara  ha reso pubblico di essere stato informatore della Cia e il regista Martinelli ci ha riproposto il caso Moro con il film “Piazza delle Cinque Lune”.

Ferrara, nel rivendicare il servaggio verso i padroni d’oltre Oceano (e/o dell’altra sponda del Mediterraneo) si è rivelato più autentico e credibile di Martinelli.

Si sta facendo in questi giorni un gran parlare (Racalbuto e Moggi permettendo) della condanna a ventiquattro anni inflitta all’onorevole Andreotti per l’omicidio Pecorelli.

In aree abituate da sempre a subire soprusi, ingiustizie e sopraffazioni, il sentimento è palesemente oscillante: si va da una solidarietà nella sciagura ad una soddisfazione ostentata.

Proviamo allora a sviscerare l’intera faccenda in tutti i suoi aspetti.

Ho letto, apprezzato e condiviso l’articolo di prima pagina, a firma Decio Siluro, concernente l’anniversario di El Alamein, dal titolo “celebrazioni globalizzate” apparso martedì 22 scorso su Rinascita.

In sintesi Decio manifesta rabbia ed indignazione perché quella che avrebbe dovuto essere una celebrazione del valore dei nostri combattenti è divenuta una banalizzazione da Pensiero Unico.

Il tentativo di manipolare la questione cecena proviene da diversi fronti.

Almeno tre soggetti, contemporaneamente alleati e rivali fino all’odio, hanno interesse ad alimentarla per porre in scacco la Russia e, con essa, l’Europa. Si tratta degli Stati Uniti, di Israele e dell’Integralismo islamico.

Il quadro nel quale si sono verificati il blitz ceceno e la fulminea repressione russa.

Tutti noi conosciamo gli eventi della Dubrovka, passiamo direttamente alle chiavi di lettura.

La questione cecena

Come faceva notare Eugenio Scalfari su Repubblica all’indomani del blitz, la questione cecena ha più un carattere nazionalistico che religioso. Maggiormente che ad Al Qaida, i guerriglieri ceceni sono assimilabili ai Palestinesi o ai Baschi. Il che, ovviamente, non azzera la differenza culturale e religiosa che divide la Cecenia dal mondo russo, ma non consegna, automaticamente, la resistenza cecena all’universalismo dell’integralismo islamico.