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Storia
Se questo è un uomo
Cosa nasconde l’ignominia finiana ?
I limiti e le colpe del neofascismo.
Le assi portanti e le chiavi di volta del futuro immediato
di Gabriele Adinolfi
Le esternazioni plateali di Gianfranco Fini in prossimità del Muro del Pianto hanno scatenato un putiferio.
Molti di coloro che da tempo avevano deciso di conservare la loro passione ideale nell’armadio di soffitta ne sono stati addirittura sconvolti. Increduli, quando è partito si dicevano per farsi coraggio: “non oserà mai”; e poi, attoniti, si domandavano come fosse possibile per un uomo spingersi così in basso.
Bentornati nel futuro
Per costrizione e non per volontà, per necessità e non per virtù, in ogni caso prende oggi forma quell’alternativa che quarant’anni fa delle minoranze lungimiranti, ispirandosi al messaggio scritto sul Fronte dell’Est propugnavano inascoltate. Anche e soprattutto dai loro eredi diretti che si sono chiusia lungo in ghetti ai margini della realtà e mostrano ancora difficoltà a farvi un vittorioso ritorno.
di Gabriele Adinolfi
“Fascismo, Europa, Rivoluzione” gridva in piazza la Giovane Italia quando ancora poco più che un bambino mi lasciavo coinvolgere e travolgere dal sogno di un cambiamento assoluto, dall’entusiasmo di un vento nuovo. Erano gli anni di Mao, Castro e Ho Chi Minh e dal marciapiede opposto, quello che affollavamo noi contestatori non comunisti, la risposta era ambiziosa: no alle vostre rivoluzioni d’importazione, si alla nostra conquista del futuro. Allora non potevo saperlo, non ancora, ma quel triplice motto aveva un passato e, soprattutto, era proiettato nell’avvenire.
Tra golpe e rivoluzione
I due poli tra cui ha continuato ad oscillare la ricerca di soluzione del neofascismo
Riflessioni per una soluzione di avanguardia e di autenticità
di Gabriele Adinolfi
Né destra né sinistra. O come giustamente arguiva De Benoist “e destra e sinistra”, così potremmo definire il fascismo. Meglio ancora potremmo definire il fascismo come centralità. Una centralità che non ha alcunché in comune con il centro statico, compromissorio, stagnante del tipo giolittiano o democristiano. Una centralità che si manifesta e si conferma in movimento (perché il fascismo è innanzitutto movimento, dinamica, azione). Un movimento pendolare che lo ha sempre portato ad avvicinarsi e ad allontanarsi per riavvicinarsi e allontanarsi ancora dai suoi due riferimenti a lui speculari, opposti ed inversi: il reazionario ed il socialcomunista.
Quando sento parlare di politica
Il valore centrale della formazione di fronte al fallimento della politica classica. Dobbiamo inerpretare lo stadio sociale nel quale ci troviamo per poter
operare nel pieno del totalitarismo democratico.
Altrimenti continueremo a svolazzare come foglie morte.
di Gabriele Adinolfi
Lo scorso novembre in “del libro e del moschetto” abbiamo spiegato chiaramente come intendiamo il ruolo della cultura, della letteratura, dell’intellettualismo, nei riguardi della vita e della politica.
Tra rovine d’uomo
La luce fredda, limpida, implacabile, che suscita ed evoca l’opera di Evola ha fatto
rigorosamente il vuoto, perché ha continuato a mettere immancabilmente
a nudo le nature e a smascherare gli atteggiamenti esteriori.
Mentre le statue di cera si squagliano ad una ad una, la lama affilata
continua imperterrita l’opera formatrice.
Al di là della speranza e della disperazione, del desiderio e del tedio,
con chirurgica linearità
Gabriele Adinolfi
“occorre uscire dal cerchio fascinatore. Occorre saper concepire l’ a l t r o – crearsi nuovi occhi e nuove orecchie per cose divenute invisibili e mute nelle lontananze.” (Dall’introduzione di Rivolta contro il mondo moderno)
Da Mao a Maometto
Le fascinazioni esotiche della Destra radicale tradiscono la sua totale mancanza di realismo.
La pericolosa inconsistenza dei temi più gettonati (guerra razziale, rivoluzione islamica, purezza ideologica).
La necessità di una completa rifondazione. Il ruolo delle strutture politiche e delle avanguardie
Gabriele Adinolfi
Schizofrenia, paranoia, isteria. Ecco la trilogia che potrebbe definire alla perfezione la destra radicale se, all’interno di essa, non ci fosse invece anche qualche matto sano che in controtendenza crea e consolida, pur se prigioniero del margine.
Il bicentenario dell’Incoronazione di Bonaparte ci offre lo spunto per rimettere in questione molti luoghi comuni. In particolare quelle vecchie ideologie affioranti che servono a neutralizzare la forza di ogni neocesarismo favorendo così il pascere dell’oligarchia
Gabriele Adinolfi
Sono sempre stato d’accordo con Adriano Romualdi quando attribuiva alla visione, peraltro straordinaria, di Julius Evola un eccesso di schematismo nella critica al Bonapartismo e al Risorgimento.
Lo schema dualistico e il moralismo sono le assi portanti del sistema globale.
Il “Male” ne è la chiave di volta.
Il ruolo apparente e quello reale dei vari Robin Hood
Una logica dalla quale uscire
Gabriele Adinolfi
Il cattivo è elemento caratterizzante delle favole, indispensabile alla loro struttura.
Nella tradizione popolare di ogni latitudine (greca, romana, russa, francese, germanica, scandinava) non soltanto tiene a bada i fanciulli dalla vulnerabilità che comporta la loro ingenuità ma offre spunti di riflessione per un travaglio su di sé. Le varie versioni del “malvagio” rappresentano, infatti, altrettante devianze dall’archetipo da perseguire.
Il valore economico, sociale, politico e storico della Socializzazione
Una rivoluzione sociale che s’inserisce al culmine di un processo lineare
che parte dalla Marcia su Roma.
Una scelta di civiltà
Gabriele Adinolfi
La verità si accomoda. Questa è una costante storica che risponde alle precise esigenze della mediocrità umana; coloro che non sono stati artefici di un’impresa – e soprattutto quelli che non ne sono all’altezza – tendono a sminuirla, non foss’altro che parlandone poco e male.
Cosa c’insegna Carlo Gambescia nel suo “Il migliore dei mondi possibili”
Gabriele Adinolfi
Carlo Gambescia, che abbiamo intervistato due numeri fa, è una mosca bianca, o perlomeno lo sembra. Fino a prova contraria – che ci auguriamo di ricevere quanto prima – è il solo in Italia ad avere riferimenti antimaterialisti e correttamente scorretti che si sia messo ad analizzare la realtà in maniera sistematica e scientifica apportando un contributo preziosissimo.
“Testa di Ferro” e “FestArdita”. Come i riferimenti dannunziani irrompono nello scenario (meta)politico. Il senso di essere avanguardie
Gabriele Adinolfi
I soliti giovani all’avanguardia, quelli di Zetazeroalfa, di Casa Pound, delle OSA, hanno aperto quest’estate nel centro di Roma la prima libreria futur/ardita.